DafDaf 62, Novembre
il giornale ebraico dei bambini
Fra voliere, valori e accoglienza
La copertina del numero 62 di DafDaf, in distribuzione in quesi giorni, è un esplicito omaggio all’ennesimo successo di un’amica del giornale ebraico dei bambini: l’immagine, infatti, è tratta da La voliera d’oro, pubblicato da Topipittori. Anna Castagnoli ha scritto una storia bellissima e misteriosa che parla di una principessa capricciosa, di un dono introvabile e di un giovane saggio, che l’arte di Carll Cneut ha reso ancora più magica. Talmente magica – e questo lo si scopre nelle ultime pagine di DafDaf, che il libro è entrato nella selezione dei White Ravens 2015, quei libri speciali che l’Internationale Jugendbibliothek di Monaco – la migliore, la più famosa e la più grande biblioteca internazionale per ragazzi in tutto il mondo – ogni anno seleziona fra quelli pubblicati in tutto il mondo, per presentare poi la sua scelta alla Bologna Children’s Book Fair.
La copertina del numero 62 di DafDaf, in distribuzione in quesi giorni, è un esplicito omaggio all’ennesimo successo di un’amica del giornale ebraico dei bambini: l’immagine, infatti, è tratta da La voliera d’oro, pubblicato da Topipittori. Anna Castagnoli ha scritto una storia bellissima e misteriosa che parla di una principessa capricciosa, di un dono introvabile e di un giovane saggio, che l’arte di Carll Cneut ha reso ancora più magica. Talmente magica – e questo lo si scopre nelle ultime pagine di DafDaf, che il libro è entrato nella selezione dei White Ravens 2015, quei libri speciali che l’Internationale Jugendbibliothek di Monaco – la migliore, la più famosa e la più grande biblioteca internazionale per ragazzi in tutto il mondo – ogni anno seleziona fra quelli pubblicati in tutto il mondo, per presentare poi la sua scelta alla Bologna Children’s Book Fair. Molta attenzione, in questo numero, la redazione ha dedicato allo speciale valori, che nelle prime pagine del giornale racconta ai giovani lettori come l’ebraismo affronti il dramma delle migliaia di persone in fuga che transitano o si fermano in Italia. Grazie anche a “Le p’tit Libé”, il giornale che in Francia il quotidiano Libération dedica ai piccoli e il cui primo numero si intitola, appunto, “I migranti”. Quattro pagine per raccontare i valori e l’impegno degli ebrei italiani, con un approfondimento del rav Alberto Moshe Somekh e una spiegazione di cosa sia e cosa rappresenti Binario 21, il Memoriale della Shoah di Milano che in questi mesi offre rifugio ai migranti.
Sempre a Milano ha aperto una mostra sulla bambola più famosa del mondo, la Barbie, icona di un’epoca che al Museo delle Culture, il Mudec, che dedica spazio anche alla storia della sua creatrice, Ruth Marianna Mosko Handler, scomparsa 13 anni fa.
La rubrica dei libri, ora che si trascorre meno tempo all’aperto e si riscopre la gioia del tempo passato a casa sono dedicati da Nadia Terranova a “Le case degli altri”, perché, come scrive Nadia, “‘Casa’ è la parola più personalistica e universalistica del mondo, ciascuno di noi la lega alla propria, è il luogo dove si ritorna, dove si vive, dove ci si sente liberi e protetti e qualche volta ingabbiati, casa è home sweet home, bayt, Heimat, è “casa mia casa mia per piccina che tu sia tu mi sembri una badìa. Per un bambino casa è casa, che sia una foglia di cavolo sotto cui dormire, una capanna sull’albero, un iglù, l’albergo di proprietà dei genitori, un appartamento di fronte al Colosseo. Casa è un posto completamente diverso da un posto tutto tuo, è mio perché lo abito io,”. E casa è ancora più casa se ci si prende il tempo per cucinare insieme: tornano le pagine dedicate alla buona tavola, in cui Roberta Anau racconta cosa sia la “zucca barucca” e propone la ricetta di una crema vellutata tutta da gustare, come sempre a portata di bambino (con l’assistenza di un adulto, ovviamente). Ma è casa anche riunirsi intorno alle challot, soprattutto quando, grazie alla morà Dafdafà, che ne parla nella sua rubrica mensile, si sa un poco di più sul loro significato. Torna infine la tanto attesa scheda io sono, con Olivia, di Milano, che vuole fare la cantante e odia i grattacieli.
Ada Treves twitter@atrevesmoked
(3 novembre 2015)