Qui Genova – “Indifferenza, pericolo attuale”

genovaOltre un migliaio di partecipanti alla tradizionale fiaccolata organizzata in ricordo degli ebrei genovesi deportati nei campi di sterminio grazie all’impegno di Comunità ebraica, Comunità di Sant’Egidio, Centro culturale Primo Levi.
Una presenza, tra le altre, a risaltare per il vivo significato che testimonia: quella di cinquanta giovani africani, in fuga dai propri paesi d’origine e accolti in Liguria nelle scorse settimane. Dalla galleria Mazzini alla sinagoga di via Bertora, un’intera città (rappresentanze istituzionali, leader religiosi, cittadini comuni) in marcia nel solco di valori condivisi che parlano di ieri, ma soprattutto di domani.
Come ha sottolineato Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità ebraica genovese e consigliere UCEI: “Quest’anno – le sue parole – i significati sono molteplici e legati all’attualità. Da un lato l’emergenza dei profughi che richiama direttamente alla memoria l’emergenza vissuta da milioni di ebrei negli anni Trenta, dall’altro il ritorno violento dell’antisemitismo che affiora anche in Italia come dimostrano le dichiarazioni di Tavecchio”. D’altronde, ha ha poi aggiunto, sono proprio i momenti di crisi economica “quelli in cui non bisogna abbassare la guardia”.
Il tema dell’accoglienza al centro anche della riflessione del rabbino capo (e presidente Ari) Giuseppe Momigliano. “Il senso più profondo della Memoria – ha infatti detto – non è coltivare il ricordo fine a se stesso ma è quello di sviluppare e radicare in noi una forte sensibilità per la giustizia e la solidarietà, da applicare in ogni occasione in cui le circostanze lo richiedano, e nel cui ambito deve trovare posto l’accoglienza per quanti nuovamente fuggono dai loro paesi, per sopravvivere a regimi spietati o a violenze incessanti”. Ad essere sviluppati anche i concetti di tzedakà e mishpat, generosità e giustizia. “Generosità – ha spiegato il rav – è l’accoglienza, giustizia è il rispetto delle leggi, per tutti. Non si può essere generosi verso i miseri e i raminghi senza applicare anche le leggi, purché, certamente, siano leggi eque ed uguali per tutti i cittadini, residenti e stranieri”.

(Foto di Emanuele Dello Strologo)