Schianto aereo nel Sinai,
ipotesi terrorismo in piedi
Continua ad essere avvolta nel mistero la verità intorno all’aereo schiantatosi sul Sinai: l’ultima rivelazione in ordine di tempo è che un satellite americano avrebbe intercettato un lampo di calore di calore anomalo che farebbe pensare a una bomba o a un motore in fiamme. Inoltre le registrazioni rileverebbero dei rumori di fondo anomali rispetto a un normale volo di linea e tra i resti dell’Airbus sarebbero stati ritrovati elementi che non appartengono al velivolo e che potrebbero costituire la prova della presenza di un esplosivo.
Intanto, mentre le indagini procedono con cautela, sono undici le compagnie aeree che hanno deciso di non sorvolare più la zona (Corriere della sera).
Tavecchio l’inconsapevole. Sui quotidiani tengono ancora banco le dichiarazioni antisemite e omofobe del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio. Corrado Augias su Repubblica scrive: “Che un uomo come Carlo Tavecchio se ne esca con quelle scempiaggini su neri, ebrei, donne, omosessuali e si stupisca delle reazioni che suscita significa che non si rende conto del peso delle parole mancandogli i parametri per valutarle. Ciò che dice è spaventoso (o ridicolo). le ragioni per le quali lo dice lo sono ancora di più”. Sul Giornale Vittorio Feltri prende invece le sue difese e commenta: “Non merita di essere linciato per quello che dice, visto che quello che fa è impeccabile”.
Il caso Bensoussan. Hanno suscitato uno strascico di critiche e polemiche le parole dello storico Georges Bensoussan, direttore editoriale del Mémorial de la Shoah, che alla tv francese ha parlato del fallimento dell’integrazione nelle banlieu. “Non ci sarà alcuna integrazione fino a che non ci libereremo di questo antisemitismo atavico” ha affermato, citando poi il sociologo algerino Smain Laacher che ha spiegato come nelle famiglie arabe di Francia l’odio anti-ebraico si trasmetta con il latte materno. Dichiarazioni, quelle di Bensoussan, che non sono piaciute al Mrap, il movimento contro il razzismo, che lo ha accusato di istigazione all’odio razziale ai danni degli arabi e si dice pronto a trascinarlo in tribunale (Il Foglio).
Israele, gli ebrei, il futuro. Su Repubblica, l’intellettuale torinese Guido Ceronetti riflette sull’antisemitismo in l’Europa e si chiede: se gli ebrei se ne andassero via da Israele, ci sarebbe qualcuno pronto ad accoglierli? “L’Europa d’oggi – scrive – è una tana enorme di antisemiti che s’ignorano o si mascherano. Quando si trattasse di accogliere i nostri fratelli israeliani profughi le porte spontaneamente aperte sarebbero poche”. Osservando con tristezza le scuole e le sinagoghe d’Europa sorvegliate dall’esercito per timore di violenze, sottolinea ancora: “Di più enigmatico, di più incendiario dell’antisemitismo non c’è al mondo nessun altro veleno. Arriva e coglie dovunque”.
Solidarietà allo chef Martini. Dopo l’incursione di alcuni attivisti pro-pal che hanno fatto irruzione nel suo ristorante romano perché partecipava a un evento in Israele, lo chef Martini riceve la solidarietà della Comunità ebraica cittadina. Così la sua presidente Ruth Dureghello, le cui dichiarazioni sono riportate dal Messaggero: “Questo episodio di intolleranza è la dimostrazione che il clima di pace e di dialogo pacifico che tutti ricerchiamo è minato da gesti che fomentano l’odio e la violenza e che rientrano nell’obbiettivo di boicottare lo Stato d’Israele in ogni modo”.
Le accuse di Gitai. Il Manifesto dedica oggi ampio spazio all’anniversario della scomparsa del Primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. A parlare è il regista Amos Gitai, che spara a zero sui gruppi ritenuti responsabili dell’assassinio. Afferma Gitai: “Rabin era una persona semplice, che parlava chiaro, in netto contrasto con i politici attuali”.
Giardino dei Giusti: chiesto un incontro. I residenti che hanno detto no al progetto di ampliamento del Giardino dei Giusti sul Monte Stella sono intervenuti per spiegare di non essere contrari al Giardino di per sé ma al progetto che prevede la cementificazione dell’area, chiedendo nuovamente un confronto per discuterne con il presidente di Gariwo Gabriele Nissim. A parlarne è il Corriere Milano.
Il messaggio di Baharier. Sull‘Osservatore romano ampio spazio riservato allo studioso di ebraismo Haim Baharier e alle sue lezioni (che arriveranno a Roma e animeranno il Teatro Eliseo fino al 9 dicembre). Ad essere messo in luce il particolare elemento della claudicanza attraverso la quale, si legge, “Baharier vuole rivolgersi alle sofferenze e alle debolezze di ciascuno di noi”.
Caffè con Mussolini. Sul Corriere del Veneto si discute ancora dell’indecente trovata del consigliere regionale Massimo Giorgetti, che per il suo compleanno ha festeggiato con una torta ornata di effigie naziste e fasciste. Suscita inoltre sgomento la scelta del titolare di un bar di Besana Brianza, che offre ai suoi clienti bustine di caffè con stampati i motti di Benito Mussolini (Corriere Milano).
Dialogo a tavola. A Firenze, incontro davanti a una tavola imbandita per la presentazione del progetto interreligioso ‘Dove’, che prevede la costruzione di una struttura che accoglierà persone di tutte le fedi. A partecipare anche il rabbino capo della città Joseph Levi. La Nazione ricorda inoltre la manifestazione in ricordo della deportazione degli ebrei fiorentini in programma domani.
Ieri invece migliaia di genovesi in piazza per l’annuale commemorazione partita dalla galleria Mazzini con destinazione la sinagoga di via Bertora.
Amore e tragedia. Il Fatto Quotidiano recensisce “La regina dell’arte nell’Italia fascista” (Mondadori editore), libro di Rachele Ferrario dedicato a Margherita Sarfatti, amante di Mussolini che lo introdusse nella buona società e nel mondo dell’arte. “Una storia d’amore – si legge – che diventa presagio di tragedia e solitudine”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(4 novembre 2015)