Qui Modena – L’eccezionalità nella regola
Ai giorni nostri si ha l’impressione, nella società in generale e in particolare nel mondo ebraico, che la vita sociale sia una corsa da un “grande evento” a un altro (festival, olimpiadi, inaugurazioni varie) e ogni momento per essere importante deve essere fuori dalla normale regola ed eclatante sul piano della visibilità.
Nel mondo dell’halakhah (la legge ebraica) troviamo invece un’indicazione diversa sugli eventi della vita e il loro svolgersi nella comunità.
La regola sulla precedenza di un avvenimento su di un altro recita “Tadir vesheno tadir, tadir kodem”. Tra due eventi, uno frequente e l’altro eccezionale, la precedenza va a quello normale e frequente.
Questa linea viene seguita in maniera costante dalla Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia.
Pur essendo una comunità di piccole dimensioni (secondo l’ultima definizione delle comunità ebraiche italiane, la nostra comunità rientra nella categoria delle piccolissime avendo meno di cento iscritti) i membri comunitari, il loro Consiglio e il rabbino tengono al fatto che una vita ebraica venga condotta in modo costante e regolare.
Così per i Shabattot dell’anno nei quali c’è minian regolare e così anche per le festività.
Infatti negli ultimi chagim appena trascorsi abbiamo svolto le nostre Tefilot con minian abbondante non soltanto per Rosh Hashanah e Yom Kippur, ma anche per le Selichot che precedono questi giorni, per tutta la festa di Sukot (compreso il canonico pranzo comunitario) e Hoshanà Rabà e infine gli ultimi giorni di Shemini Azeret e Simchat Torah con delle bellissime hakafot alle quali hanno partecipato da protagonisti bambini della kehillah.
In un mondo nel quale per esistere devi apparire, una vita da shtetl viene ancora praticata nel cuore dell’Emilia.
Beniamino Goldstein, rabbino capo di Modena e Reggio Emilia
Italia Ebraica, novembre 2015
(5 novembre 2015)