Qui Roma – Ragazzi di via Panisperna,
il mito torna a rivivere
Dopo più di settant’anni, la palazzina dove i Ragazzi di via Panisperna rivoluzionarono la fisica tornerà ad ospitare la scienza. Un destino, quello del gruppo di studiosi, che venne spezzato dalla promulgazione delle leggi razziste a causa delle quali i principali protagonisti, Emilio Segrè, Bruno Pontecorvo e il professore Enrico Fermi, sposato con una donna ebrea, dovettero lasciare il paese proseguendo le proprie ricerche all’estero.
“Inaugureremo la palazzina, che venne successivamente inglobata dal ministero degli Interni, il prossimo febbraio. Ospiterà il museo storico e il centro di ricerche dedicato ad Enrico Fermi, assumendo da subito una valenza internazionale che darà lustro al nostro Paese” annuncia Athos de Luca, presidente del Comitato Panisperna, aprendo i lavori della ventesima “Conferenza Enrico Fermi” dedicata alla vita e alle opere di Ettore Majorana (presenti tra gli altri il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Eugenio Gaudio e il responsabile scientifico del Comitato Panisperna Bruno Maraviglia).
A diversi anni di distanza dalla proposta e dall’approvazione della legge che prevedeva la riapertura della sede, torna dunque a rivivere l’eredità dei ragazzi prodigio che tra la fine degli anni ’20 e degli anni ’30 scoprirono le proprietà dei neutroni lenti e inconsapevolmente rivelarono il processo sottostante la bomba atomica.
Creato per volontà del politico Orso Mario Corbino, il gruppo di fisici vantava tra i suoi componenti – come detto – diversi giovani ebrei il cui futuro verrà irrimediabilmente segnato dalla promulgazione delle leggi razziste: Emilio Gino Segrè che, in America durante l’emanazione delle leggi, decise di restare a Berkeley e farsi raggiungere in fretta e furia dalla moglie e dal bambino e nel 1959 vinse il premio Nobel; Bruno Pontecorvo, fratello del celebre regista Gillo, che ebbe una vita segnata da diverse peregrinazioni fino alla scelta di condurre gli ultimi anni nell’Unione Sovietica e dello stesso Fermi il quale, sposato con Laura Capon, di origine ebraica, preferì lasciare il paese per trovare rifugio in America e proprio nell’autunno del 1938, nemmeno quarantenne, ricevette il premio Nobel.
“La prossima apertura del museo – ha sottolineato il ministro Giannini – è un risultato molto importante, e sono grata al Comitato Panisperna per aver lavorato duramente al fine di perseguire questo scopo. Le idee innovative nascono dalla testa di uno scienziato ma hanno bisogno di un lavoro cooperativo con la società per portare risultati concreti. Possiamo infatti ammettere che non c’è scienza senza società”.
“La ricerca è importante almeno per tre ragioni – ha quindi affermato il ministro – la prima è perché è utile, la seconda perché porta alla bellezza e alla simmetria ma soprattutto, e questa è la terza, perché permette all’uomo di ricercare la Verità. Ed è la Verità che deve essere l’orizzonte e il timone della nostra esistenza”.
“I ragazzi di via Panisperna – ha spiegato il professore di Fisica Teorica João Magueijo, animatore della lezione dedicata a Majorana – riempivano la palazzina di rumori e caos. Passavano le giornate a litigare, gridare, fare battute e scherzi. Ognuno di loro aveva un soprannome: Fermi era il ‘papa’, Segrè ‘Basilisco’ e ovviamente Majorana, sempre pronto a trovare errori nei problemi, era il ‘grande inquisitore’. C’era un’atmosfera tipica di un luogo dove si incubava la creatività di questi ragazzi prodigio”.
“E lì, proprio in quella palazzina – ha proseguito – c’è ancora quella fontana con i pesci rossi grazie alla quale ci fu il primo esperimento che cambiò la storia della fisica”.
“Quello che avvenne in via Panisperna – ha detto il Rettore Gaudio – è stato il fiore all’occhiello della nostra Università e diede alla fisica una svolta eccezionale e allo stesso tempo terribile. La realtà è che solo attraverso lo studio si può diventare cittadini consapevoli”.
“Le conferenze che organizziamo ogni anno per le scuole attraverso il nostro Comitato – ha aggiunto Maraviglia – si propongono di permettere ai ragazzi delle scuole di parlare con veri scienziati senza alcuna intermediazione”. “E la novità che ben presto i ragazzi di via Panisperna torneranno a casa – ha concluso de Luca – è un sogno, fortemente voluto dalla moglie di Enrico Fermi, che diventa finalmente realtà”.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(5 novembre 2015)