Firenze – “Educazione, veicolo per la pace”
“La sfida del dialogo passa prima di tutto da educazione e formazione. Umanità, democrazia, ascolto dell’Altro: ecco i valori da difendere e promuovere”. Lo ha affermato il rabbino capo di Firenze Joseph Levi, intervenendo a Palazzo Vecchio nel corso della giornata conclusiva di “Unity in Diversity”, occasione di incontro internazionale voluta dal sindaco Dario Nardella nel sessantesimo anniversario del grande meeting per la pace organizzato da Giorgio La Pira.
Al cuore del suo intervento la prossima istituzione in città di una scuola specificamente dedicata al dialogo interculturale e interreligioso. Un progetto di cui rav Levi è stato il principale promotore e che ha trovato immediato sostegno negli altri leader religiosi e nell’amministrazione cittadina (a firmare il protocollo d’intesa, oltre al sindaco Nardella, l’arcivescovo Giuseppe Betori e un delegato dell’imam Izzedin Elzir).
“Aprendo questa giornata, lo storico Alberto Melloni ha sottolineato come sia sempre più raro assistere all’abbraccio tra un imam e un rabbino oppure tra un imam e un prete. A Firenze non solo questo avviene – ha affermato con orgoglio il sindaco – ma è anche possibile sviluppare progettualità condivise”
Per “Unity in Diversity”, quattro intense giornate di relazioni con protagonisti ottanta sindaci da tutto il mondo (per Israele, il sindaco di Nazareth) assieme a un qualificato parterre di ospiti tra cui i Nobel Tawakkul Karman, Shirin Ebadi, Abdessatar Ben Moussa, Wole Soyinka e Dario Fo. Un impegno da cui è scaturita una Carta in cui si indicano gli obiettivi sia generali che particolari da raggiungere. Perché, ha sottolineato Nardella, “di fronte alle sfide del nostro tempo, anche le città e le amministrazioni locali possono e devono fare la loro parte”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(8 novembre 2015)