A novembre, come da tradizione, il numero di Pagine Ebraiche esce con il sesto dossier Comics&Jews, dedicato al rapporto fra fumetto e cultura ebraica, che l’organizzazione del festival Lucca Comics propone in centinaia di copie fra biglietterie e punti informazione. Fra le centinaia di incontri, mostre, proiezioni cinematografiche e tavole rotonde, due gli appuntamenti organizzati dalla redazione del giornale dell’ebraismo italiano. In occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata a Jan Karski, la collaborazione fra Lucca Comics e Pagine Ebraiche ha portato a una tavola rotonda – “Jan Karski – reporter di guerra” – con gli autori dell’omonimo graphic novel, Marco Rizzo e Lelio Bonaccorsi, il curatore della mostra, Riccardo Moni, lo storico del fumetto Giorgio Albertini, Luca Bernardini, curatore del volume Adelphi da cui è stata tratta ispirazione per il fumetto e la redazione di Pagine Ebraiche.
Inoltre presentato al pubblico del festival il dossier Comics&Jews, con la partecipazione, assieme agli amici che ormai tradizionalmente accompagnano Pagine Ebraiche, di due ospiti d’eccezione: gli israeliani Asaf e Tomer Hanuka. E insieme a loro e alla redazione saranno venerdì all’Auditorium San Giuseppe un amico e da lungo tempo collaboratore del giornale, Giorgio Albertini, e Giovanni Russo, responsabile del settore comics del festival di Lucca, con Emilio Varrà, una delle anime trainanti di BilBOlBul, il festival internazionale del fumetto di Bologna che apre il 19 novembre. Sarà dedicato al linguaggio del fumetto e a come questo stia evolvendo in accordo con lo sviluppo di nuovi supporti tecnologici e di nuove forme di fruizione e consumo di “oggetti culturali”. È, quello del fumetto, un linguaggio che nasce già ibrido e aperto alla contaminazione e che potrebbe presentarsi in forme sempre nuove e diverse, sempre regalando però ai lettori quella capacità di sorprendere e stupire che attira ogni anno un pubblico più vasto.
Anche per chi legge fumetti e graphic novel e frequenta regolarmente il disegno e l’illustrazione arriva il momento in cui l’unico sentimento possibile è la sorpresa, lo straniamento, e l’incanto. Sono molto differenti tra loro i protagonisti del dossier Comics&Jews 2015, ma hanno in comune la capacità di colpire ed emozionare. Che si tratti di un incontro con la genialità del francese Joann Sfar, capace di pubblicare quasi contemporaneamente tre volumi importanti che parlano di temi fondamentali senza nulla dare per scontato, o di un ritorno all’arte di Saul Steinberg, il disegnatore nato a Bucarest che ha iniziato la sua carriera artistica a Milano per poi rifugiarsi in America per sfuggire alle leggi razziste, le pagine disegnate si presentano al lettore con una potenza in grado di superare ogni filtro, ogni razionalità.
Tra i graphic novel in lizza per il Gran Guinigi, il premio maggiore di Lucca Comics, c’è anche anche l’opera più nota dell’israeliano Asaf Hanuka, candidato anche al premio per la miglior serie, di cui il dossier Comics&Jews si era occupato già lo scorso anno. Questa sesta edizione del dossier, invece, dedica spazio a entrambi i gemelli Hanuka, Asaf e Tomer, che insieme a Boaz Lavie hanno portato alle stampe un graphic novel in cui l’avventura e il fantasy si mescolano a un’amara riflessione sul dolore e sull’oppressione. In Israele l’attenzione al fumetto e alla caricatura è in grande crescita, come dimostra l’Israeli Cartoon Museum, che ha aperto le sue porte nel 2007, parte del grande polo museale che sta facendo di Holon il centro d’eccellenza per il design e la cultura multimediale, e che vuole raccontare l’importanza e la magia dell’arte e della storia del fumetto e delle caricature. Di quella storia fanno già parte tre autori diversissimi tra loro, ma parimenti ineludibili: a Jules Feiffer è dedicato un grande libro che celebra il lavoro di un protagonista assoluto del disegno statunitense, mentre la biografia di Harvey Kurtzman, “The Man who Created Mad and revolutioned humor in America” racconta uno dei grandi artisti eredi della tradizione culturale dell’ebraismo europeo e ancora profondamente influenzati dall’emozionalità scatenata dalla vita sull’altra sponda dell’Oceano, dall’antisemitismo e dalle persecuzioni. Non può mancare la nota lieve del tesoro ritrovato del Dr. Seuss, e uno sguardo all’animazione, sempre meno destinata a un pubblico di bambini. Tra le scelte fatte e le mille cose che non hanno trovato uno spazio resta forte il senso di una scoperta, e la necessità di riconoscere che è possibile emozionarsi e commuoversi davanti a una tavola. Perché tutto il mondo è disegno, ed è il caso di ricordarlo con le parole di Steinberg: “Il disegno è la più rigorosa, la meno narcisistica delle espressioni”.

(1 novembre 2015)