…Israele

All’Expo, Israele mostrava le importanti scoperte tecnologiche nel campo dell’agricoltura e il proprio contributo alla lotta contro la fame nel mondo. Con l’irrigazione goccia a goccia, con la desalinizzazione dell’acqua di mare, Israele ha fatto fiorire il deserto. Con le sue start-up e con uno sviluppo esponenziale del high-tech, Israele fa concorrenza alla Silicon Valley. La chiamano già la Start-up Nation. Se passate per Tel Aviv, fatevi accompagnare, vicino al centralissimo Rothschild Boulevard, a quell’impressionante incubatore tecnologico, giovane e dinamico, che è il MindSpace. La ricerca medica, in Israele, sta facendo importanti scoperte per la cura della fibromialgia e dell’Alzheimer, ha scoperto un super-farmaco per la cura del diabete. È tutto questo che l’ottusità del movimento anti-israeliano BDS sta boicottando.
In Israele, poi, dove non sanno proprio che cosa significhi rispettare una coda per ottenere un qualsiasi servizio, se vai a un concerto scopri che sanno invece mantenere un religioso silenzio dall’inizio alla fine: non ti infastidiscono con insignificanti e continui colpi di tosse per dare segno della propria esistenza, e non applaudono, entusiasti e inutili, fra un tempo e l’altro di una sinfonia. L’unica cosa che sembra mancare a Israele è un governo lungimirante che, forte del valore culturale e scientifico della sua gente, riesca a garantire una via che offra al paese anche un’opportunità di vita pacifica. Del resto, diranno gli ottimisti rassegnati all’intifada dei coltelli, tutto non si può avere a questo mondo.

Dario Calimani, anglista

(10 novembre 2015)