In ascolto – Kristallnacht
È la notte del 9 novembre 1938 e la Germania viene scossa da un’ondata di violenza inaudita. È la Notte dei Cristalli, in cui sono aggrediti fisicamente gli ebrei e vengono distrutte 267 sinagoghe nonché le vetrine di 7500 negozi di proprietà ebraica. Vent’anni prima (1918), lo stesso giorno Scheidemann e Liebknecht avevano proclamato ciascuno la propria Repubblica e solo cinque anni dopo (1923), lo stesso giorno, Hitler fu arrestato a seguito del Putsch di Monaco. A quanto pare la storia della Germania si gioca sul numero nove. E in effetti…
È la notte del 9 novembre 1989. Crolla il Muro di Berlino e molti europei, anche chi non aveva avuto il coraggio di dirlo fino ad allora, si sentono Berliner almeno quanto Kennedy.
Il difficile percorso di ricostruzione della vita ebraica intrapreso dopo la Seconda guerra mondiale in Germania, subisce una svolta con la caduta del muro grazie soprattutto alle immigrazioni dalla Russia, creando nuovi scenari che in questi 25 anni hanno cambiato il volto dell’ebraismo tedesco.
Anche la musica ha fatto la sua parte e non solo attraverso la riscoperta e la ‘nobilitazione’ del genere klezmer o lo studio approfondito della produzione musicale ebraica del passato e delle sue sinergie con la tradizione tedesca ma anche attraverso le sperimentazioni.
Uno dei fenomeni interessanti si chiama John Zorn, compositore e jazzista ebreo americano, fondatore del movimento Radical Jewish Culture. Nel 1992 Zorn si presenta a Monaco di Baviera con un concerto da togliere il fiato, insieme ad alcuni grandi big della musica americana che fino a quel momento non avevano mai fatto esplicito riferimento alla propria ebraicità (Lou Reed, Frank London, David Krakauer…) e che in quel momento, grazie a Zorn, entrano in un nuovo spazio, musicale e umano e scoprono la loro identità ebraica. Destino vuole che questo avvenga proprio in Germania, che ha appena conquistato la libertà ma ha bisogno di spinte positive e di “ritorni alla vita”. Radical Jewish Culture vuole rappresentare anche questo.
Al concerto di Monaco del 1992 vengono eseguite le tracce dell’album di John Zorn, Kristallnacht, un miscuglio di punk, soundscape, dodecafonia e free jazz, non sempre di facile ascolto ma senz’altro interessante e mai banale, il prodotto frutto di un accurato studio delle proprie radici e delle avanguardie musicali. Quella sera durante il brano Never again, un misto di rumore di ferraglia e vetri rotti, angosciante e fastidioso al tempo stesso, vengono chiuse le porte e gli spettatori provano in prima persona cosa significa “non poter scappare”.
Kristallnacht di Zorn è complesso quanto la storia ebraica, lacerante quanto le sue ferite ma tanto contemporaneo da far pensare che c’è sempre un futuro.
Consiglio di ascolto: John Zorn, Shtetl
Maria Teresa Milano
(12 novembre 2015)