La rassegna settimanale di melamed
Se l’arte fa paura agli insegnanti
Melamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed cliccare qui.
Se l’arte fa paura agli insegnanti
“Meglio ignorare, nel senso di non sapere, piuttosto che incappare nel rischio di turbare ‘la sensibilità delle famiglie non cattoliche’. Se a chiudere la contesa sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche ha pensato la Corte di Cassazione, ora la diatriba sembra riproporsi, ancor più pericolosamente, sulla carne viva della scuola italiana: la didattica.” Così la Nazione racconta il 12 novembre quanto successo a Firenze, in una scuola elementare: il consiglio interclasse ha deciso di annullare, una visita già programmata a una mostra – “Bellezza Divina”, in corso a Palazzo Strozzi – “Per venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche visto il tema religioso della mostra”. Immediate le reazioni dei genitori, preoccupati che i propri figli non possano più studiare storia dell’arte, o che d’ora in poi le visite alle tante meravigliore opere d’arte della città siano precluse. Il preside dell’Istituto, Alessandro Bussotti, che non era presente alla riunione, spiega: “L’eventuale esclusione della visita non ha motivazioni religiose e non è escluso che la mostra possa essere reinserita nei programmi didattici se non di tutte, almeno di alcune classi”. Ma il problema era già noto, e agli insegnanti era stato consigliato di effettuare comunque la visita lasciando ai genitori la libertà di far partecipare o no i propri figli.
Parola d’ordine: internazionalizzare. Cresce il numero di studenti “stranieri” nelle scuole, in attesa che la nuova legge sulla cittadinanza permetta ai tantissimi che ne hanno diritto di divertare a pieno titolo italiani, mentre la percentuale di internazionalizzazione aumenta anche nelle università: la Bocconi di Milano, in particolare, sta procedendo con un piano quinquennale di progetti che facciano dell’università un punto di riferimento accademico internazionale. Già ora solo il 30% degli universitari della Bocconi proviene da Milano o dalla Lombardia e le richieste di iscrizione ai programmi triennali da studenti stranieri sono ulteriormente cresciute. (Avvenire, 11 novembre)
Campus razzista, sport antirazzista. Dopo mesi di protesta contro il clima di odio verso i neri all’università del Missouri, sono stati gli atleti a ottenere che un rettore da mezzo milione di stipendio annuo si sia licenziato, dopo mesi di proteste inutili. Ma la squadra universitaria di football ha deciso di incrociare le braccia… e sono bastate poche ore di sciopero dei giocatori per cambiare la situazzione. Alla University of Missouri, nello stato americano dove un anno fa il diciottenne afro-americano Michael Brown venne ucciso da un agente bianco, poi scagionato l’università è in fermento da quell’agosto 2014, agitata da tensioni razziali, con un clima di odio che è stato più volte denunciato dalla minoranza di colore, che arriva solo all’8 per cento degli studenti. Ignorati per mesi gli insulti razzisti, la svastica dipinta con le feci in un pensionato studentesco, e anche lo sciopero della fame d uno studente, che chiedeva le dimissioni del rettore. Nessun risultato, fino a quando trenta giocatori di football neri, l’orgoglio della University of Missouri, hanno dispiegato tutta la loro forza contrattuale. Ma la vittoria degli atleti di colore è stata accolta con reazioni diametralmente opposte nelle due Americhe progressista e conservatrice. (Repubblica, 10 novembre)
Educazione al rispetto. Viene raccontata in maniera molto negativa da LiberoMilano (8 novembre) la decisione presa dal preside di una scuola superiore che ha sospeso alcuni studenti dopo che hanno “riempito di insulti contro un rappresentante scolastico omosessuale le loro schede elettorali”. Oltre alla sospensione i ragazzi dovranno partecipare ad alcune lezioni di “educazione al rispetto” impartite da Arcigay. Per LiberoMilano “L’episodio ha assunto una dimensione nazionale, anche per il tentativo degli esponenti Lgbt di cavalcarlo per dimostrare la necessità di leggi sulle unioni civili e contro l’omofobia.”
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(15 novembre 2015)