“All’odio si risponde con l’unità”
“Nessun paese è a rischio zero”. Lo ha ricordato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, annunciando in conferenza stampa l’innalzamento delle misure di sicurezza nei luoghi maggiormente esposti. “La guerra al terrore un giorno finirà, è una certezza. Quel che non sappiamo – ha detto il ministro – è quanto durerà, quali costi avrà in termini di vite umane, cosa sarà delle nostre abitudini e della nostra libertà di oggi e di ieri”.
Consapevolezza della minaccia, ma anche impegno ad andare avanti nella propria quotidianità. È l’invito che arriva dal premier Matteo Renzi, che ha chiesto al paese la massima coesione e unità. “Stanno attaccando il nostro modo di vivere. Anche io, come tutti gli italiani, ho riscoperto quanto grande sia il dono dell’Europa che i nostri padri ci hanno lasciato. Hanno conosciuto la guerra e per questo hanno costruito la pace. Ma come tutti gli italiani anche io so che i terroristi non vinceranno, che la libertà è più forte della barbarie, che il coraggio è più forte della paura”.
Sul tema della sicurezza, significativo l’incontro avvenuto nelle scorse ore al Viminale tra il ministro Alfano e una delegazione ebraica guidata dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, accompagnato nell’occasione dal consigliere speciale del Congresso ebraico europeo Alessandro Ruben. “Un incontro proficuo – spiega Gattegna – nel corso del quale è stata confermata l’assoluta priorità che le istituzioni italiane riservano al tema della sicurezza. Uno sforzo, capillarmente diffuso su tutto il territorio, che sarà ulteriormente rafforzato. Anche a tutela di scuole, luoghi di culto, istituzioni ebraiche”.
Il confronto si è esteso anche ai presidenti della Comunità ebraica milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani, alla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, al responsabile operativo per la sicurezza delle comunità ebraiche italiane Gianni Zarfati.
Così il presidente Gattegna nel commentare i molteplici attentati delle scorse ore a Parigi: “Sulle nostre società democratiche grava una minaccia terribile, troppo a lungo sottovalutata. Una minaccia di fronte alla quale non sono possibili esitazioni, ma è anzi fondamentale unire gli sforzi per tutelare il bene più prezioso di cui disponiamo: la libertà. Oggi più che mai è importante ritrovarsi uniti per affrontare quella che è una vera propria guerra di civiltà. Oggi più che mai è importante dire ‘Je suis Paris’, ma soprattutto tradurre queste parole in un impegno concreto”.
“La strada è in salita, non illudiamoci, ma alla fine vinceremo. E questo perché abbiamo dei valori in cui credere e in cui riconoscerci. Il terrorismo islamico – afferma Gattegna – non passerà”.
(15 novembre 2015)