Informazione – International Edition
Per Parigi, un inno alla vita

Schermata 2015-11-16 alle 14.55.50Parigi, un inno alla vita. O un veliero che non si ferma, solcando le onde della tempesta. Così nelle difficili ore che sono seguite agli attentati che hanno colpito la capitale francese, la redazione di Pagine Ebraiche ha voluto riflettere sull’accaduto, anche nell’edizione dedicata al pubblico internazionale. Per questo il direttore della testata giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Guido Vitale ha scelto, per il suo appuntamento It Happened Tomorrow, il messaggio che il disegnatore Joann Sfar ha lanciato attraverso una sua vignetta che ha fatto in poche ore il giro del globo. “Amici da tutto il mondo, grazie per il vostro #prayforparis, ma non sentiamo il bisogno di una dose supplementare di religione! La nostra fede è rivolta alla musica, ai baci, alla vita! Gioia e champagne! #parisisaboutlife” le parole dell’autore de Il gatto del rabbino.
Il vascello nella tempesta è invece il simbolo di Parigi: “Fluctuat nec mergitur” recita il motto, “È battuta dalle onde, ma non affonda”. Un’immagine oggi ancora più preziosa, che si può ammirare anche in una statua nella gemellata città di Roma, in cima a una colonna dove si apre il Castro Pretorio.
Massima intesa inoltre tra i leader ebraici e le autorità italiane per quanto concerne la sicurezza. In lingua inglese sono raccontati i passaggi più significativi dell’incontro del ministro degli interni Angelino Alfano al Viminale con il presidente dell’UCEI Renzo Gattegna (accompagnato dal consigliere speciale del Congresso ebraico europeo Alessandro Ruben, dai presidenti della Comunità ebraica milanese Raffaele Besso e Milo Hasbani, dalla presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello e dal responsabile operativo per la sicurezza delle comunità ebraiche italiane Gianni Zarfati).
La vita va avanti e non cede alla paura, questa la reazione di fronte ai fatti di Parigi. Ma da più parti è tuttavia richiesta una maggiore consapevolezza delle cause di quanto successo. Perché, come ricorda Daniela Gross nella sua rubrica Italics, riprendendo le riflessioni dell’editorialista del Corriere della Sera Pierluigi Battista, troppe volte segnali problematici sono rimasti inascoltati.
Su Pagine Ebraiche International Edition anche il punto sull’accoltellamento a Milano del quarantenne ebreo Nathan Graff, di fronte alla pizzeria casher della città: i leader della Comunità invitano a non farsi intimorire, e a ritrovarsi per una manifestazione di solidarietà nella serata di martedì.
È il francese la lingua di Bechol Lashon questa settimana, con le riflessioni della storica Anna Foa a proposito di quanto sta capitando allo storico transalpino di origine marocchina Georges Bensoussan, che è stato denunciato in tribunale dal Mrap, il Movimento contro il razzismo e l’Amicizia fra i popoli. “Nato nel dopoguerra con un’impostazione di lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, il MRAP si è venuto sempre più trasformando in un movimento volto a combattere esclusivamente il razzismo antimusulmano. Ma sembra che ormai non conosca nemmeno più il significato della parola ‘razzismo’ e si sia tramutato in un movimento filo islamico e di violento attacco a Israele e agli ebrei in genere, tanto da determinare una scissione con gli altri movimenti antirazzisti” scrive Foa.
“Chi conosce gli scritti di Georges Bensoussan, chi ha letto i suoi libri tutti di grande livello e interesse, sa che nelle loro pagine non si trova neanche un’ombra di razzismo. Chi ha letto la trascrizione della trasmissione televisiva denunciata dal MRAP come razzista non può che cadere dalle nuvole di fronte a tali deformazioni: Bensoussan vi denuncia l’antisemitismo dei musulmani delle banlieues parigine come il principale ostacolo alla loro integrazione e afferma che si tratta di qualcosa di molto diffuso, non legato al conflitto israelo-palestinese, che i bambini succhiano con il latte dalle madri”.
“Siamo tutti francesi” afferma infine il rabbino Benedetto Carucci Viterbi nella sezione Pilpul, in una traduzione di Annette Lockart, collaboratrice della redazione sul notiziario internazionale. “Per solidarietà. E perché, realmente, siamo tutti nella stessa condizione di potenziali obiettivi. Noi ebrei già da un bel po’”.

Rossella Tercatin

(16 novembre 2015)