Qui Milano – Lezione Primo Levi
Memoria, speranza per il futuro
In un luogo di memoria come il Memoriale della Shoah di Milano – Binario 21 non poteva non iniziare con un ricordo della strage di Parigi la Lezione Primo Levi, l’appuntamento oramai alla sua settima edizione promosso dal Centro internazionale di studi Primo Levi, già passato per Torino e Roma e portato per la quarta volta nel capoluogo lombardo dall’Associazione Figli della Shoah. Continuare a parlare dei valori che Levi voleva trasmettere – ha affermato la vicepresidente Daniela Tedeschi nell’introdurre la conferenza – “è un segnale forte di speranza”. Un segnale colto anche da Binario 21, che ha ospitato l’evento dedicato in primo luogo a insegnanti e studenti, nell’intenzione di svolgere “una funzione fondamentale nella formazione della Memoria dei giovani”, come ha sottolineato il vicepresidente del Memoriale e vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach. Il tema della lezione di quest’anno, affrontato dallo storico della scienza Francesco Cassata, è “Fantascienza? Due avventure narrative”. Un mondo che costituisce un’altra delle tante facce dello scrittore, testimone, scienziato, la cui poliedricità, ha fatto notare il direttore del Centro Fabio Levi, è stata rappresentata nella mostra torinese allestita nei mesi scorsi, intitolata “I mondi di Primo Levi – Una strenua chiarezza”.
Già a partire dagli anni ’40 Levi scrisse vari racconti ispirati legati a vari ambiti della scienza tra cui medicina, biologia, ecologia, chimica, e psicologia. Poi nel 1966 Einaudi pubblicò
Storie naturali
, firmato con lo pseudonimo Damiano Malabaila e comparso in libreria con una fascetta con su scritto “Fantascienza?”. E dunque da questa piccola domanda è iniziata la vasta riflessione di Cassata, che si è poi soffermata anche su un’altra opera,
Vizio di forma
, pubblicata con la firma dell’autore cinque anni dopo Storie naturali. Si tratta di due opere molto diverse, in cui tuttavia si può vedere come il travalicare dalla scienza nella fantascienza costituisse in verità per Levi un ritorno alla realtà. L’autore riflette infatti sulla sperimentazione medica coercitiva praticata nei lager e lascia che ricordi ed episodi bui del suo passato ne riemergano, come ha rilevato Cassata, “sotto forma di brutto sogno”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(17 novembre 2015)