Qui Milano – Kippah in testa, senza paura
Alcune centinaia i milanesi che si sono dati appuntamento nel luogo dell’aggressione compiuta giovedì scorso ai danni di Nathan Graff, 40 anni, esponente del movimento Chabad, raggiunto da più coltellate a pochi passi dal ristorante Carmel. In testa una kippah, il copricapo ebraico, esibito con orgoglio e come prova corale di unità in risposta a chi vorrebbe seminare paure e angoscia.
Richiamati dai volontari di City Angels e dall’associazione Amici di Israele, i partecipanti al presidio hanno poi sfilato tra le strade del quartiere per arrivare nella sede del Consiglio di zona, dove sono stati accolti per un momento di riflessione aperto da un minuto di silenzio in ricordo delle vittime degli attentati di Parigi.
In prima fila, tra gli altri, i due copresidenti della Comunità ebraica cittadina Raffaele Besso e Milo Hasbani, il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib e rav Levi Heskia, suocero di Graff. “Voglio ringraziare personalmente ognuno dei presenti e tutti quelli, ebrei e non ebrei, che pregano per me”, il messaggio che Graff ha inviato dall’ospedale e che è stato letto ai presenti. “Dio ha compiuto un miracolo e mi ha ridato la vita”.
“Che questa occasione drammatica sia un segnale per un futuro in cui si possa aprire un percorso da costruire e sviluppare di incontro e vicinanza tra la città e la sua realtà ebraica” l’auspicio espresso da Gabriele Rabaiotti, presidente del Consiglio di zona 6, che ha accolto i partecipanti. Una missione condivisa anche dal consigliere comunale Manfredi Palmeri, che ha aderito a titolo personale all’evento. “Esiste un legame tra quello che è accaduto a Nathan e quello che è accaduto in Francia. Perché difendere gli ebrei – le sue parole – per l’Europa significa capire e difendere se stessa”.
Un monito a tenere alta l’attenzione in un momento così delicato è venuto anche dall’assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Milano Davide Romano, intervenuto a nome di Amici di Israele.
“Saremo e siamo molto più forti di chi propaga il terrore. Nulla può in alcun modo far sì che modifichiamo i nostri comportamenti”, ha quindi aggiunto il consigliere regionale Giulio Gallera.
Così Mario Furlan, fondatore dei City Angels, che da mesi collaborano con il Memoriale della Shoah per portare beni di prima necessità ai profughi accolti al Binario 21: “Stasera siamo orgogliosi di portare la kippah in testa, ma tutti i giorni la portiamo nel cuore”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(18 novembre 2015)