Spotlight – “Libertà, ecco i nostri eroi”

premiati“Un contributo meritorio speciale per la sicurezza o per gli interessi nazionali degli Stati Uniti, per la pace nel mondo, per la cultura o per altra significativa iniziativa pubblica o privata”. Un riconoscimento per chi ha impreziosito l’America con la sua intelligenza e la creatività e ha deciso di condividere la propria arte con gli altri: sono questi i valori sui quali si basa la Medaglia presidenziale della libertà, istituita dal presidente degli Stati Uniti Harry Truman nel 1945 per il valore militare e poi ripristinata con alcune modifiche (e allargata a nuove categorie) dal presidente John Fitzgerald Kennedy nel 1963.
Tra le massime onoreficenze del Paese, la medaglia sarà consegnata dal presidente Barack Obama il prossimo 24 novembre a 17 personalità tra cui ben quattro che dispongono di un inequivocabile “jew factor”: il direttore d’orchestra e violinista Itzhak Perlman, l’attrice e cantante Barbara Streisand, il regista premio Oscar Steven Spielberg e il compositore Stephen Sondheim.
Nato a Giaffa, in Israele, settanta anni fa, Perlman è universalmente noto per la colonna sonora del film di Spielberg, Schindler’s list, che gli è valsa un Oscar come migliore arrangiamento. Oltre ad essersi esibito diverse volte alla Casa Bianca, ha collaborato con i più virtuosi musicisti contemporanei. Ma non solo: attraverso il Perlman Music Program fondato da sua moglie Toby, da anni il Maestro accoglie giovanissimi musicisti dagli 11 ai 18 anni ai quali insegna i segreti del mestiere. Perché, spiega, “i giovani talentuosi hanno bisogno di supporto e di qualcuno che sappia far sviluppare il loro dono”. A rendere Itzhak Perlman un modello al quale ispirarsi è infine la dedizione: la poliomielite che lo colpì a soli quattro anni, creandogli seri problemi di mobilità, non lo ha fermato nel raggiungimento della sua arte, ma lo ha reso ancora più affamato di musica e palcoscenici.
Riassumere i successi raggiunti da Barbara Streisand è uno sforzo notevole: come cantante ha segnato generazioni e in qualità di attrice ha collezionato tanti premi che sarebbe fin troppo noioso da elencare. Nata a Brooklyn da genitori ebrei originari della Polonia e della Russia, ha iniziato a studiare da piccola in una Yeshivah ortodossa e non ha mai nascosto le proprie origini. In Yentl, il film da lei interpretato e diretto, raccontava la scandalosa storia di una ragazza ebrea che si traveste da uomo per poter studiare i testi sacri altrimenti interdetti, in Come eravamo soffriva per il fin troppo wasp Robert Redford che non amava abbastanza il suo essere una studentessa brillante, attivista di sinistra che il più delle volte ‘cerca rogna’ e portatrice di un evidente background ebraico. Donna di valore, nel 2009 ha fondato il Barbra Streisand Women’s health center, struttura che si occupa di curare le malattie che colpiscono prevalentemente le donne.
La medaglia, che ha la forma di una stella d’oro smaltata di bianco sulle cui punte posano cinque aquile americane, sarà poi consegnata a Steven Spielberg, uno dei più celebri registi della storia del cinema, impegnato da sempre a dare voce alle storie, con un’attenzione particolare a quelle ebraiche: ha denunciato il dramma della Shoah, mettendo in luce anche la storia di un Giusto nell’iconico Schindler’s List e ha fondato in parallelo la USC Shoah Foundation Institute for Visual History and Education, la fondazione ideata per raccogliere e mantenere in vita le testimonianze dei Sopravvissuti. Ha poi fatto conoscere al grande pubblico il massacro di Monaco 1972, le olimpiadi in cui furono trucidati 11 atleti israeliani da un commando di terroristi palestinesi con Munich. Ma si è dedicato anche a pellicole che lo hanno reso un mostro sacro del cinema d’intrattenimento americano: dalla saga di Indiana Jones, al commovente E.T., fino al film, dichiarazione d’amore alla sua America, Lincoln.
A concludere questa carrellata di premiati d’eccezione, Stephen Sondheim, 85 anni, considerato uno dei compositori e parolieri più significativi del secolo, responsabile del successo di musical come West Side Story, la rivisitazione metropolitana di Romeo e Giulietta, e Sweeney Todds, gotica storia di un barbiere assassino trasposta poi sul grande schermo da Tim Burton. Durante la sua carriera ha conquistato otto Emmy e otto Tony Awards, gli Oscar del teatro americano, e ha fondato la Young Playwrights per incentivare il lavoro dei giovani sceneggiatori.
“Questi uomini e queste donne – ha affermato il presidente Obama nominando i vincitori – hanno arricchito le nostre vite e aiutato a definire la nostra esperienza comune in qualità di americani”.

r.s. twitter @rsilveramoked

(19 novembre 2015)