Le solite cose,
non sempre scontate
Sicuramente avrò commesso molti errori in questa settimana ogni volta che ho scelto se commentare o non commentare in ciascuna delle mie classi i fatti di Parigi, e con quali modalità e con quali parole farlo. D’altra parte in queste circostanze non commettere errori è quasi impossibile, stretti come siamo tra la necessità di non mostrarci indifferenti di fronte alla gravità di quanto è accaduto e quella di non parlare a vanvera (né tanto meno lasciare che gli allievi parlino a vanvera), e di non dire le solite cose. O forse in una certa misura è giusto che si dicano le solite cose, se ci rendiamo conto che a furia di darle per scontate abbiamo finito per perderle un po’ di vista.
Amare la vita non significa essere cinici e privi di ideali.
Andare a cena, ad un concerto, alla partita, a divertirsi non significa essere corrotti e decadenti.
Essere aperti e curiosi nei confronti delle identità altrui non significa non essere orgogliosi della propria.
Anna Segre, insegnante
(20 novembre 2015)