Alfano: “Italia, siamo tranquilli ma nessuno è a rischio zero”

rassegnaMentre a Bruxelles, sede della cellula terroristica dell’Isis che ha colpito Parigi, continuano blitz e arresti di persone legate agli attentati, l’Italia alza il livello di guardia: “in Italia si può stare tranquilli – afferma il ministro dell’Interno Angelino Alfano – la nostra intelligence funziona” ma, avverte, “nessun Paese è a rischio zero” per questo “una compressione della privacy potrebbe essere necessaria” (Corriere e La Stampa). In tutta Italia è stata aumentata la sicurezza anche se si è ben lontani dalla blindata Bruxelles, dove nella notte un blitz della polizia ha portato all’arresto di 16 persone e le autorità inseguono il ricercato Salah, l’attentatore di Parigi riuscito a fuggire. Il clima che si respira nella Capitale belga come testimonia la chiusura al culto sabato delle sinagoghe: la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, scrive La Stampa. Su Repubblica invece un quadro dei movimenti dei terroristi dell’Isis, responsabili dei diversi attentati alla Capitale francese: per mesi, si legge nell’articolo, si sono mossi senza problemi tra Italia, Francia, Belgio e Grecia.

Il terrorismo palestinese uccide ancora. Una ragazza israeliana di vent’anni è stata uccisa ieri a coltellate da un terrorista palestinese nei pressi dell’insediamento di Gush Etzion. Era il terzo attentato compiuto nell’arco della giornata, riporta Repubblica. “Gli assassini agiscono individualmente, questo non è un terrorismo di organizzazioni, – ha dichiarato il primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu – ma di individui incitati soprattutto dai social network, di cui è difficile prevedere gli attacchi”. Sul Giornale, Fiamma Nirenstein fa un parallelismo tra le vittime del terrorismo israeliane e quelle di Parigi: “Se i morti di Israele non fanno notizia”, il titolo del pezzo.

L’appello dell’Israelitico. “Questo ospedale sta morendo giorno dopo giorno. Portarlo alla chiusura costituirebbe un danno occupazionale e sanitario”. È quanto ha dichiarato Alfonso Celotto, Commissario straordinario dell’Ospedale Israelitico di Roma, rivolgendo un appello alla Regione Lazio perché conceda l’autorizzazione sanitaria – “anche provvisoria”- all’ente che da lavoro a quasi 700 persone e a un altro centinaio nell’indotto. “Dobbiamo restituire l’Israelitico a Roma dopo aver girato pagina nella massima trasparenza”, le dichiarazione di Celotto, riportate sulle pagine romane del Corriere della Sera. La sua nomina, ricorda il quotidiano, è arrivata dopo la tempesta giudiziaria che ha investito l’ospedale ed è stata decisa dalla Comunità ebraica della Capitale, proprietaria dell’ente. Celotto, scrive il Corriere, è una figura completamente estranea al mondo ebraico romano e ora guiderà l’Ospedale con un incarico di dodici mesi, in attesa della nomina del Commissario prefettizio.

Le risposte alla violenza dell’Isis. Il filosofo francese Bernard-Henri Lévy, in un editoriale pubblicato sul Corriere della Sera, auspica l’intervento dell’Occidente via terra in Siria e in Iraq per battere l’Isis e si chiede se gli Stati Uniti si schiereranno al fianco della Francia in questa guerra. Proprio nelle prossime ore i suoi dubbi potrebbero essere sciolti, visto l’imminente incontro tra il presidente Usa Barack Obama e il presidente francese Francois Hollande (Corriere). E mentre si decidono i piani militari, l’economista Nouriel Roubini, intervistato da Repubblica, avverte che il terrorismo può avere ripercussioni serie sull’Europa: “la vera sfida – afferma – è investire contro la paura evitando la crisi”. Furio Colombo (Fatto Quotidiano) invece riflette sulla possibile azione militare: “Bombardando con forza e potenza colpisci. Ma chi? Certo non coloro che hanno impiantato in modo geniale questo mondo parallelo di terrore irraggiungibile. Adesso tocca a noi essere geniali e scoprire il gioco. II loro marchio è la pratica della assoluta mancanza di pietà. La prova di genialità a noi richiesta per continuare la vita è molte volte più grande. E non è la guerra”.

“Chiedi a tuo padre”. Paolo Conti sul Corriere della Sera racconta “Lo straordinario volume di ricordi che il decano dei rabbini italiani, Chajm Vittorio Della Rocca, ha voluto consegnare alla cultura collettiva del nostro Paese, soprattutto della città di Roma”. “Con Chiedi a tuo padre/ un rabbino di Roma si racconta (edito da Salomone Belforte) – scrive Conti – Rav Della Rocca riguarda al se stesso della foto scattata nel giugno 1944 dalle Forze armate americane, pochi giorni dopo la Liberazione di Roma. Rav Vittorio Della Rocca lì ha dieci anni ma il suo sguardo è già consapevole, la didascalia parla chiaro: figlio della Shoah”.

Più moschee, più controlli. Intervista da Libero, il giornalista David Parenzo sostiene la necessità di costruire più luoghi di culto in Italia per i musulmani e al contempo garantire su di essi un controllo delle autorità in modo da evitare covi di fanatismo. “L’Islam – afferma Parenzo – come l’Ebraismo è una cultura differente e va rispettata”. Poi sul titolo di Libero all’indomani degli attentati il giornalista commenta: “Loro sono dei bastardi terroristi. Voi avete fatto un titolo malefico, che offende pure chi non è terrorista. Se aveste scritto “islam radicale bastardo”, l’avrei sottoscritto”. E intanto in Francia le Comunità musulmane sono preoccupate per il crescere dell’islamofobia, riporta Repubblica.

L’Europa del nuoto in Israele. L’italiano Gregorio Paltrinieri, campione del mondo nei 1500 metri, si prepara alla sfida degli Europei che andranno in scena a Netanya dal 2 al 6 di dicembre. C’era chi aveva sollevato delle perplessità sulla scelta del paese per questioni di sicurezza ma Paltriniere, intervistato da Repubblica, afferma “C’è chi è a favore, chi contrario. Io non mi preoccupo, non avrebbe senso. Dopo Parigi è ancora più chiaro che non è possibile purtroppo prevedere tutto. L’alternativa è restare in casa con le tapparelle abbassate. Non è vita, è terrore e spingerci in un angolo è proprio quello che vogliono i terroristi”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

(23 novembre 2015)