Il matrimonio che ha commosso Israele
“La vita vince sempre sull’odio”
Forse non sono arrivati tutti gli israeliani, ma c’è stato davvero tutto Israele. Sono state infatti centinaia le persone che ieri hanno partecipato al matrimonio di Sarah Litman e di Ariel Biegel, due giovani sposi che si sono promessi amore eterno in una grande cerimonia celebrata a Gerusalemme.
Solo due settimane fa Sarah, 21 anni, ha perso suo padre, il rabbino Yaakov Litman, e suo fratello Netanel, appena diciottenne. I due viaggiavano con il resto della famiglia a bordo di un camioncino quando sono stati freddati da un terrorista palestinese nei pressi di Hebron. Una vicenda che ha preso tinte ancora più fosche dal momento che l’ambulanza della Mezzaluna Rossa palestinese, arrivata sul luogo del delitto non si sarebbe fermata, non prestando dunque soccorso. Quel venerdì la famiglia Litman era diretta proprio da Sarah, la figlia maggiore, per festeggiare insieme lo Shabbat prima del il suo imminente matrimonio. “Pensavo sarei stata occupata ad organizzare le nozze, non una shivah – ha mormorato la ragazza – ora chi mi accompagnerà in chuppah?”. Durante i sette giorni di lutto la giovane coppia non si è fatta però piegare dal terrore o dal dolore e ha annunciato che le nozze sarebbero state solo rinviate dal 19 al 26 novembre, aggiungendo che avrebbero dato una grande festa a cui era invitato tutto Israele.
Un appello a cui il Paese ha risposto con entusiasmo: la Binyanei Hauma, il Centro Internazionale di Congressi di Gerusalemme ieri sera si è riempito di una festosa folla che ha accolto Sarah e Ariel con canti tradizionali e balli. Tra di loro c’erano amici, parenti ma anche piccole delegazioni di persone che volevano semplicemente dimostrare la loro solidarietà e ammirazione per aver avuto il coraggio di andare avanti. Gli invitati, uno scomposto nugolo dai mille colori, rappresentavano le tante facce d’Israele: molti ebrei ortodossi così come lo erano il rabbino Litman e il figlio Netanel, ma anche soldati dell’esercito in divisa e giovani in tenuta casual con l’altra divisa d’ordinanza israeliana: jeans, maglietta a maniche corte e felpa. A non voler mancare anche la first lady Sara Netanyahu che, marcata stretta dalle guardie del corpo, è andata ad abbracciare la sposa e sua madre. Hanno portato poi la loro solidarietà i membri del Maghen David Adom, il pronto soccorso israeliano, presso cui Netanel faceva la sua attività di volontariato.
Nonostante il caldo abbraccio degli invitati, la gioia si è naturalmente intrecciata con un dolore strisciante: all’entrata della sala si veniva accolti dalle foto di rav Yaakov e di suo figlio illuminati da una candela la cui fiamma faceva brillare i volti sorridenti. Trasmessa in streaming sul web, la cerimonia non ha fatto mancare momenti di intensa commozione: giunti sulla chuppah, l’altare, l’officiante ha letto la benedizione che il padre di Sarah aveva scritto la sera prima di morire. Delle frasi accorante attraverso le quali si ricordavano le persone scomparse che non avrebbero potuto partecipare alle nozze. “Non avremmo potuto mai credere che rav Litman e Netanel non sarebbero stati qui ma anche loro stanno gioendo con noi” ha ripetuto l’officiante mentre, sentendo i loro nomi, la sposa si è lasciata cadere tra le braccia di sua madre sotto gli occhi vigili del suo futuro marito. A pronunciare le Sheva Berachot, le sette benedizioni, che li hanno legati nel vincolo matrimoniale, altrettanti rabbini a capo di yeshivot fino all’ultima, pronunciata dal rabbino capo d’Israele ashkenazita David Lau. E mentre a Gerusalemme le sirene suonavano di sottofondo Ariel rompeva il bicchiere e si commuoveva cantando “Se ti dimentico Gerusalemme” e Sara si toglieva
finalmente il velo per mostrare a tutti i suoi occhi che brillavano di gioia.
“Non c’è un momento in cui non pensi al sorriso di Netanel e all’umiltà di mio padre – afferma Sarah – ma nel mese che precede la festa di Chanukkah vogliamo diffondere in tutta Israele una luce di felicità. La cosa più importante è non aver paura”.
Rachel Silvera @rsilveramoked
(27 novembre 2015)