Qui Torino – I giovani e il ricordo della Shoah L’arte al servizio della Memoria
Era affollato di tanti giovani l’iniziativa di approfondimento che ha avuto luogo a Torino, all’Archivio di Stato, nell’ambito della mostra itinerante “I giovani ricordano la Shoah”, realizzata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in esposizione fino a domani nel capoluogo piemontese.
Una mostra che per due settimane ha visto tante scolaresche, insegnanti, utenti degli Archivi e semplici curiosi visitare il percorso artistico fatto di oltre settanta opere: dai quadri ai filmati alle installazioni artistiche, una summa delle opere più interessanti in oltre dieci anni di lavoro sulla Memoria delle scuole italiane che hanno partecipato al concorso.
L’evento, presentato da Sira Fatucci, coordinatrice della Memoria della Shoah per l’UCEI, si è aperto con i saluti di Maria Gattullo, direttore delegato dell’Archivio di Stato di Torino, che ha ricordato come sia “vocazione naturale degli Archivi quella di conservare la Memoria, e che proprio per questo sono una risorsa fondamentale per gli insegnanti che se ne occupano”. È poi intervenuto Franco Calcagno, dell’Ufficio scolastico regionale del Piemonte, per il quale “la Memoria dovrebbe diventare parte integrante del ‘dna’ dei ragazzi”. Presente anche Roberto Montà, dell’assessorato all’Istruzione, Lavoro e Formazione Professionale della Regione Piemonte, per il quale, “in un momento in cui le memorie ‘di prima mano’ stanno scomparendo, questi lavori diventano fondamentali nella perpetuazione del ricordo”.
Sono poi intervenuti Giulio Disegni, vicepresidente dell’UCEI, che ha parlato dell’“importanza fondamentale di questi argomenti nella formazione delle coscienze e da cui scaturisce l’impegno costante dell’Unione su questi temi”, e Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, che ha sottolineato come “la Comunità è da sempre presente e attenta a queste tematiche, specie in un periodo in cui sembra, con i dovuti distinguo, di tornare in tempi bui: ed è proprio grazie a queste iniziative culturali che è possibile far crescere gli anticorpi, specie nei giovani, per evitare derive ed esiti drammatici nelle nostre società.”
È seguita una lezione sulle leggi antiebraiche dello storico e direttore del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Michele Sarfatti, che si è soffermato sui concetti fondamentali di Shoah, ricordo e genocidio, e sulle due fasi che vissero gli ebrei in quel drammatico periodo in Italia: dapprima la persecuzione dei diritti, e poi quella delle vite.
Protagonisti sono stati infine i ragazzi autori delle opere “targate” Piemonte, che le hanno spiegate al pubblico, ripercorrendo il lavoro, anche emotivo, che li ha portati a scegliere determinati supporti e percorsi culturali per rappresentare il dramma, ma anche il messaggio e l’insegnamento, che si può trarre dalla trasmissione della Memoria della Shoah.
La mostra, presentata a Roma due anni fa e da quest’anno itinerante per portare questa esperienza in diverse regioni d’Italia, ha fatto tappa a ottobre a Bari e ora a Torino. Prossima destinazione, dall’8 dicembre: Firenze. Nella splendida cornice del rinascimentale Palazzo Medici Riccardi.
Marco Di Porto
(1 dicembre 2015)