Spotlight – Pirelli immortala Amy Schumer
“Bella, orribile, forte, magra, grassa, carina, brutta, sexy, disgustosa, impeccabile, donna. Grazie Annie Leibovitz!”. La si immagina piuttosto su di giri mentre digita febbrilmente questo tweet, forse un po’ confusa ma inconfondibilmente entusiasta, la comica Amy Schumer, guardando per la prima volta il suo ritratto senza veli uscito dall’obbiettivo della fotografa statunitense Annie Leibovitz per il Calendario Pirelli 2016, disponibile da ieri.
Che novità, uno si può dire, donne in déshabillé nel Calendario Pirelli. E invece Amy, che del resto è abituata a distinguersi come quella controtendenza, è proprio un’eccezione: tanto per cominciare perché le sue curve non somigliano particolarmente a quelle delle varie Kate Moss e Gisele Bündchen degli scorsi anni, ma soprattutto perché su dodici mesi lei è l’unica a non indossare vestiti.
Leibovitz ha infatti optato per un radicale cambio di rotta selezionando alcune donne di tutte le età e di tutte le provenienze che hanno raggiunto importanti traguardi nella vita professionale, sociale, culturale, sportiva e artistica, lanciando un messaggio che parla del ruolo della donna e dei nuovi canoni di giudizio da parte di un mondo che cambia.
Così in pose chic e senza troppi fronzoli, immerse nell’eleganza senza tempo del bianco e nero, ci sono tra le altre signore come Yao Chen, prima ambasciatrice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la cantante Patti Smith, la presidente del Moma Agnes Gund e la scrittrice Fran Lebowitz.
E stavolta, a differenza del 2000 quando Annie Leibovitz immortalò per la Pirelli le danzatrici del corpo di ballo di Mark Morris, tutte coperte, tanto che Fran ha affermato che “forse le donne vestite stanno per diventare una nuova moda”. Insomma, tutte tranne Amy. “È come se non avesse ricevuto il messaggio che avvertiva che poteva tenere su i vestiti”, racconta la fotografa. “Il suo ritratto ha aggiunto un po’ di divertimento”.
E in fondo divertire è il suo mestiere, visto che è una attrice comica. Una di quelle comiche che non conoscono timidezze o freni e ridono di tutto e tutti, ma per prima cosa di se stesse. Nella sua serie tv Inside Amy Schumer, un concentrato di satira, femminismo sfrenato, sesso senza troppa inibizione, irriverenza quanto basta e anche qualche denuncia sociale, mischia interviste, monologhi e sketch con eclettismo ed è l’unica attrice a comparire in ogni episodio. Grazie alla serie, Schumer si è trasformata in un riferimento culturale dei – o forse più delle – cosiddetti millennials americani, e inoltre ha anche vinto due Emmy.
Amy è nata nel 1981 a New York, anzi nell’Upper East Side di Manhattan, in una famiglia ebraica. Ha studiato teatro e riempito la tv americana del suo umorismo per molti anni, ma il vero successo è arrivato con Inside Amy Schumer nel 2013, di cui è anche creatrice, co-produttrice, co-sceneggiatrice. E poi quest’anno è uscito anche il suo primo film Un disastro di ragazza, da lei scritto e interpretato e diretto da Judd Apatow.
Della sua foto sul Calendario Pirelli, dove sul suo fisico formoso non è stato effettuato nessun genere di ritocco con Photoshop, ha affermato: “Mi sono sentita più bella di quanto mi sia sentita in tutta la mia vita, e credo davvero che mi somigli”. Missione dunque compiuta per Annie Leibovitz, che aveva spiegato l’intento come quello di “mostrare le donne esattamente per come sono, senza pretese”. “Quando da Pirelli si sono rivolti a me, hanno detto che volevano segnare una svolta rispetto al passato e hanno suggerito l’idea di ritrarre donne di successo, così abbiamo stabilito che l’obiettivo dovesse essere molto diretti”. Per questo gli scatti sono così “lineari e semplici”, con le donne al centro dell’immagine con sguardo deciso e con il pieno controllo del loro corpo, e quel tocco di ironia dato da Amy. Quello scatto, ha raccontato la fotografa a Vogue, “è stato un momento vero: ha davvero preso in mano la tazza di caffè e ha cominciato a berlo, era il suo caffè e io ho detto: ‘ci siamo!’”.
Francesca Matalon @fmatalonmoked
(1 dicembre 2015)