Il documentario del giornalista israeliano Itai, inviato nel ventre dell’Isis
“L’ideologia dello Stato islamico, i suoi valori, non possono essere sconfitti. Non è una questione di educazione, anche se il 99 per cento dei musulmani del mondo rigettassero completamente queste dottrine, quelli che rimangono sarebbero sufficienti. Perché così funziona il terrore, basta un decimale di percentuale per abbattere le Torri gemelle”. Così il giornalista israeliano Itai Anghel spiegava a Pagine Ebraiche (clicca qui per consultare il dossier Parigi, l’anno del coraggio con l’intervista ad Anghel) la grande sfida posta dai terroristi dell’Isis al mondo democratico. Itai, i miliziani dello Stato islamico, li ha incontrati dal vivo, sul campo, viaggiando tra Siria e Iraq nel dicembre 2014 al seguito dei soldati impegnati a combatterli. Da questo viaggio è nato un documentario di quasi un’ora in cui si ha un affresco della complessità di una guerra che, come dimostrano i fatti di Parigi, tocca sempre più l’Europa. Qui riproponiamo le crude interviste di Itai ad alcuni boia dell’Isis, catturati dalle forze curde.