Regionali, la Francia al voto
Le Pen vede il sorpasso
C’è preoccupazione per i sondaggi che danno Marine Le Pen e il partito di estrema destra nazionalista e anti-europeista Front National vincenti in sette regioni francesi su tredici. Una vittoria schiacciante contro il Partito socialista al governo e che va di pari passo con un tasso di astensionismo da record, previsto al 50 percento. Il Corriere della sera propone nell’occasione un confronto tra Marine Le Pen, figlia del fondatore del partito Jean-Marie, laica e ribelle, e la nipote Marion Maréchal-Le Pen, cattolica e anti-gay. Dietro al loro successo, viene spiegato, “non c ’è soltanto la richiesta di una stretta sull’immigrazione e di una lotta senza quartiere ai terroristi, per i quali Marine invoca il ritorno della ghigliottina” ma anche l’angoscia di una nazione abituata all’egemonia, “che ora sente di non contare molto più di nulla”.
La fissazione Israele. “Condivideva l’ideologia di Al Baghdadi per creare lo Stato islamico, ed era fissato con Israele”. A parlare è il padre di Syed Farook, il terrorista responsabile della Strage di San Bernardino in California, in un’intervista rilasciata a La Stampa. “Io gli ripetevo sempre: stai calmo, abbi pazienza, fra due anni Israele non esisterà più. La geopolitica sta cambiando: la Russia, la Cina, anche l’America, nessuno vuole più gli ebrei laggiù. Li riporteranno in Ucraina. A cosa serve combattere? Lo abbiamo già fatto e abbiamo perso. Israele non si batte con le armi, ma con la politica. Lui però niente, era fissato”.
L’Isis verso Kabul? I giornali italiani descrivono oggi il variare dei delicati equilibri dell’area mediorientale, dove la sfida contro il Califfato si fa sempre più complessa. Mentre le reazioni alla notizia di due giorni fa della presenza di truppe turche nelle zone curde di Bashiqa, a pochi chilometri dalla città di Mosul sotto controllo dell’Isis, hanno riacceso ed estremizzato vecchie tensioni tra Turchia e Iran e si accentua anche la crisi con la Russia, a complicare lo scenario, riporta il Corriere, è la capacità dell’Isis di cambiare strategie e teatri di guerra in parallelo alle pressioni militari della coalizione internazionale. “Mentre fonti dell’intelligence occidentale confermano che, a fronte dei continui bombardamenti sulla zona siriana di Raqqa, l’Isis sta inviando uomini e mezzi in Libia – si legge – sembra assodato che gli uomini del Califfo stiano raggiungendo anche l’Afghanistan orientale”.
Il segretario Nato: “Aiutiamo le forze locali”. Pronta a intervenire in Libia la Nato, se si formerà un governo di unità nazionale e se lo stesso chiederà assistenza per ricostruire le proprie capacità di difesa. Lo spiega il segretario dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Nella nuova strategia della lotta contro il terrorismo, afferma, non conta tanto mostrare la bandiera quanto aiutare le forze locali perché “in questa guerra la maggior parte delle vittime sono musulmane e sono musulmani anche la maggioranza di quelli che si battono contro l’Is”. Una situazione che, sottolinea La Stampa, sarà al centro del dibattito del Forum Med (Mediterranean Dialogues) organizzato dalla Farnesina in collaborazione con l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, che riunirà a Roma dal 10 al 12 dicembre duecento leader del mondo della politica, diplomazia, business, media e cultura provenienti da 40 Paesi. Ad aprire i lavori il premier Matteo Renzi, il presidente emerito Giorgio Napolitano, il re di Giordania Abdullah II e l’ad di Eni Claudio De Scalzi. Chiuderà il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Renzi: “C’è bisogno di strategie diverse”. Chiede il Corriere al premier Renzi: non teme che così l’Italia rischi di avere un ruolo marginale nella partita libica? Questa la sua risposta: “Se protagonismo significa giocare a rincorrere i bombardamenti altrui, le dico: no grazie. Abbiamo già dato. L’Italia ha utilizzato questa strategia in Libia nel 2011: alla fine cedemmo a malincuore alla posizione di Sarkozy. Quattro anni di guerra civile in Libia dimostrano che non fu una scelta felice. E che oggi c’è bisogno di una strategia diversa”.
Giubileo, l’Italia sceglie la sicurezza israeliana. La tecnologia e l’esperienza di Israele per garantire la sicurezza a Roma durante il Giubileo. “Il sistema di difesa italiano sembra non voler rimanere indietro e sta studiando il modello israeliano”, scrive il Messaggero. Nello specifico si tratta di un sistema di videosorveglianza in grado di realizzare un immediato riconoscimento biometrico del volto e il tracking di persone e mezzi. “Qualcosa di molto sofisticato e innovativo – si legge – che è capace anche di intercettare una persona e di seguirla lungo tutti i suoi spostamenti”.
Livorno, la Comunità chiede “rispetto”. “Rispetto”, “equidistanza” ed “equilibrio”. A chiederli la Comunità ebraica di Livorno, in una lettera inviata dal presidente Vittorio Mosseri al sindaco Cinquestelle Filippo Nogarin. Il riferimento è ad alcuni episodi delle scorse settimane tra cui un delirante intervento del consigliere comunale Marco Valiani, che ha parlato in pubblico di “giudeomassoneria italica” senza ottenere né censure né condanne da parte del primo cittadino, e l’organizzazione di una “Giornata per la Palestina” (in un primo tempo prevista nella sala più prestigiosa del Comune) segnata da prese di posizione apertamente anti-israeliane. Non è la prima volta che si registrano forti tensioni tra Nogarin e la Comunità ebraica. I rapporti si erano fatti particolarmente tesi nell’estate del 2014, dopo l’affissione di uno striscione con scritto “Fermare il genocidio a Gaza. Israele vero terrorista” su un palazzo di proprietà comunale. Adesso il rischio concreto, senza inversione di tendenza, di una clamorosa rottura. “Come se non bastasse il caos rifiuti, per il sindaco Nogarin si apre un altro fronte”, scrive il Corriere Fiorentino.
Israele, exploit del nuoto azzurro. Sfilza di vittorie per il nuoto azzurro agli europei in vasta corta in svolgimento in Israele. L’ultimo trionfo, l’oro conquistato da Federica Pellegrini nei 200 stile libero. “Andiamo in Israele con tutti i migliori. Penso ad esempio ai nostri tre assi Pellegrini, Magnini e Paltrinieri. Ma anche a tutti gli altri. Una delegazione che è tra le più competitive, non ho dubbi. Il nostro obiettivo? Lasciare il segno” ci ha raccontato alla vigilia del torneo il presidente della Lega europea del nuoto Paolo Barelli. Un auspicio che continua a trovare conferme. E per la Pellegrini, come riportano i quotidiani, è la 40esima medaglia internazionale.
Il valore universale di Channukkah. Sull’Osservatore Romano l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede Zion Evrony racconta la storia e i valori della festa ebraica di Channukkah. “L’insegnamento di questa ricorrenza – scrive – ha soprattutto un valore universale, perché non solo celebra il legittimo desiderio di indipendenza di un popolo, ma esprime il diritto universale alla libertà, anche religiosa”.
Usa, i rabbini per l’accoglienza. Sempre il quotidiano della Santa Sede scrive della lettera aperta sottoscritta da più di mille rabbini statunitensi a favore dell’accoglienza ai profughi. “Fin dall’inizio, gli Stati Uniti hanno offerto rifugio e protezione alle popolazioni più vulnerabili del mondo”, scrivono i leader religiosi nella lettera pubblicata sul sito in rete della Hebrew Immigrant Aid Society (Hias), un’organizzazione di supporto ai rifugiati ebrei. “Siamo quindi allarmati — continuano — di vedere così tanti politici dichiarare la loro opposizione all’accoglienza dei rifugiati”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(6 dicembre 2015)