Brasile e l’ambasciatore sgradito Quali alternative per Israele
Il problema sicurezza in Cisgiordania continua ad essere in cima all’agenda delle autorità israeliane. Nelle scorse ore, nei pressi di Hebron, un motociclista palestinese ha lanciato il suo veicolo contro un gruppo di soldati cercando di investirli. Non vi sono stati feriti mentre l’attentatore è stato ucciso. Poco prima, nelle vicinanze del valico di Gilboa (a nord del confine tra Israele e Cisgiordania) un uomo ha aperto il fuoco contro un checkpoint israeliano: i soldati hanno risposto all’attacco e, secondo le ricostruzioni, l’attentatore è fuggito a bordo di una macchina palestinesi, dirigendosi verso la zona controllata dall’Autorità nazionale palestinese.
E mentre la violenza non sembra volersi fermale, nell’agenda di Gerusalemme trova posto un altro problema, questa volta diplomatico: dal Brasile – considerato un mercato potenzialmente strategico per Israele – non è arrivato l’ok per l’accreditamento di Dani Dayan, l’uomo scelto dal Premier Benjamin Netanyahu per guidare l’ambasciata a Brasilia. La scelta di Netanyahu era stata ufficializzata in estate ma da allora la presidente brasiliana Dima Rousseff non ha dato risposte a Gerusalemme. Considerato uno dei leader del movimento che rappresenta gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, Dayan non piace dall’altra parte dell’oceano. La Rousseff lo aveva fatto sapere a Netanyahu sin dall’inizio, riportano i quotidiani israeliani, dichiarandosi “scontenta” della scelta del nome dell’ambasciatore. Secondo Brasilia – e i movimenti di sinistra (sia israeliani che brasiliani) che si sono mobilitati contro la nomina – accettare Dayan significherebbe accettare indirettamente la politica degli insediamenti israeliani. “Il Brasile non confermerà Dayan – dichiarano fonti di Gerusalemme – come dimostra il fatto che non rispondano alla nomina”.