Golden Globes a tinte ebraiche
Non si preannuncia un evento all’insegna della sobrietà la cerimonia della 73esima edizione dei Golden Globe. In circolazione personaggi prorompenti come Amy Schumer (nell’immagine) e Rachel Bloom, oltre che l’imprevedibile Lady Gaga. C’è dunque grande attesa di scoprire chi il 10 gennaio indosserà l’abito più audace o farà il discorso più stravagante. E intanto con in mano la lista dei nominati annunciata ieri è possibile andare alla scoperta dei Jewish Golden Globes del 2016, che sono talmente ricchi da lasciare l’imbarazzo della scelta.
Non si può dunque non partire da lei, l’inarrestabile Amy, che con la sua intrepida sfacciataggine ha conquistato in breve tempo una generazione, la sua, quella dei giovani americani, ma anche una quantità di premi incredibile per la sua serie tv Inside Amy Schumer. Ai Golden Globes è candidata come miglior attrice comica per Un disastro di ragazza, il film diretto da Jud Appatow (sì sì, fate pure occhiolini d’intesa anche in questo caso), che è anche in lizza come miglior film nella categoria delle commedie. E chissà cosa succederà quando sul red carpet incrocerà Rachel Bloom, candidata come miglior attrice in una serie tv per Crazy Ex-Girlfriend, dove tra l’altro in ogni puntata canta in versione pseudo musical e insomma, chi ha visto qualche suo video musicale tipo Chanukkah Honey e altri dai titoli un po’ meno innocenti sa che anche le sue parodie non sono particolarmente soggette a freni o inibizioni.
Sempre per rimanere sullo spregiudicato si può dunque citare anche Transparent, candidata a miglior serie tv comica e i cui attori Jeffrey Tambor e Judith Light sono stati nominati rispettivamente nelle categorie di miglior attore in una serie tv comica e miglior attrice non protagonista in una serie tv, film tv o miniserie. Al di là dell’origine dei due attori, va ricordato che la famiglia Pfefferman protagonista della serie, che parla di un professore attempato, padre di tre figli, che decide di cambiare sesso dopo una vita di finzione, è una strampalata famiglia ebraica con tanto di madre rabbina.
Occhio anche a The Affair, la nuova opera dell’israeliano Hagai Levi che torna sul piccolo schermo dopo il successo di In Treatment (o, nella versione originale in ebraico, BeTipul), sempre con una serie sullo psicologico andante. In rappresentanza ci sarà Maura Tierney, candidata come miglior attrice non protagonista in una serie tv, film tv o miniserie. Per chi invece non è così meditativo e ama un po’ di brivido misto a oscuri intrighi è invece sicuramente Il caso Spotlight ad attirare la massima attenzione, perché la pellicola, che racconta la vera storia di una squadra di giornalisti del Boston Globe che nei primi anni 2000 scoprirono una fitta trama di abusi sessuali su bambini da parte di preti cattolici in Massachussets, compare in quasi tutte le categorie di premi. Nello specifico è tra quelle scelte per vincere come miglior film e Josh Singer è in gara per la miglior sceneggiatura insieme a Tom McCarthy, candidato anche come miglior regista, mentre Mark Ruffalo potrebbe vincere come miglior attore non protagonista.
Sempre per il genere thriller c’è anche Bloodline, per cui Ben Mendelsohn è in gara come miglior attore non protagonista in una serie tv, film tv o miniserie. Chi invece ama il genere biografico oppure il suo iphone come se fosse un figlio non può lasciarsi sfuggire Steve Jobs, la trasposizione cinematografica della biografia del creatore della Apple deceduto nel 2011, per la sceneggiatura di Aaron Sorkin nominato nella categoria (insieme a Michael Fassbender come miglior attore protagonista in un film drammatico, Kate Winslet come miglior attrice non protagonista e Daniel Pemberton per la miglior colonna sonora originale).
Tornano inoltre da Cannes Il Figlio di Saul, il durissimo racconto della terribile realtà dello sterminio nazista dagli occhi di un membro dei Sonderkommando, che dopo la vittoria del Grand Prix Speciale della Giuria è in gara anche ai Golden Globes come miglior film straniero, e da Venezia Anomalisa il cartone animato in stop-motion presentato in concorso, scritto e diretto dallo sceneggiatore e regista ebreo newyorkese Charlie Kaufman insieme a Duke Johnson, che ha come protagonista un uomo paralizzato dalla mondanità della sua vita ed è stato nominato per la categoria di miglior film d’animazione.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(11 dicembre 2015)