Qui Roma – Tempio dei giovani, 30 candeline
“Riportiamo qui i nostri ragazzi”
Tutto iniziò durante la festa di Chanukkah del 1985 e segnò una nuova sfida per i ragazzi della Comunità ebraica romana. Trent’anni dopo il Tempio dei Giovani, situato all’interno dei locali dell’Ospedale Israelitico sull’Isola Tiberina, è una realtà di riferimento ormai consolidata nel vasto panorama sinagogale cittadino. Un traguardo significativo, celebrato ieri insieme a frequentatori storici e volti nuovi.
“Trent’anni fa, pur di non far chiudere quella sinagoga che negli anni ’30 era il luogo dove pregavano gli anziani dell’ospizio il mio amico Semi Pavoncello ed io decidemmo di prendere le chiavi e riaprire il tempio, che sarebbe diventato un punto di riferimento per i giovani della comunità. A distanza di tanti anni – ha spiegato Sandro Di Castro – l’auspicio è quello di trovare un nuovo gruppo a cui passare il testimone”.
A sottolineare l’importanza che il Tempio dei Giovani ha rappresentato per la città anche la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, che ha scherzato su come gli amici che lo fecero nascere siano adesso “diversamente giovani”.
La storia della sinagoga è stata ricordata con affetto anche dal rabbino capo Riccardo Di Segni e dal rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout, che fu il primo rav ad animare gli shabbatot.
“Il Tempio dei Giovani è soprattutto un luogo nel quale si prega bene e non è un fatto da poco – ha ricordato rav Roberto Colombo – la sfida è ora quella di far tornare i giovani qui. La priorità però è quella di studiare Torah: è infatti detto che prima bisogna studiare Torah e solo grazie a questo le persone arriveranno”.
(13 dicembre 2015)