“L’onda xenofoba è stata fermata
ma l’estremismo chiede risposte”
L’aveva invocata il Gran rabbino di Francia Haim Korsia proprio all’indomani del primo turno elettorale, che vedeva il Front National di Marine Le Pen primo partito alle regionali francesi, e alla fine c’è stata: il Conseil Représentatif des Institutions juives de France, la massima rappresentanza degli ebrei d’Oltralpe, ha salutato con soddisfazione “la riscossa civica che ha bloccato la strada delle regioni al Fn”. Un’espressione di sollievo, condivisa da molte istituzioni e intellettuali ebrei francesi, a cui però il Crif aggiunge un monito: “La forte mobilitazione cittadina nei valori repubblicani dev’essere per il governo e l’insieme della classe politica l’occasione di affrontare con prontezza il problema del progresso dell’estremismo”.
Un richiamo all’azione espresso con forza anche dal rav Korsia, che ha interpretato tra l’altro con allarme l’alto tasso di astensionismo e la demotivazione dei francesi nei confronti delle sorti del paese. “Ogni volta che c’è un risultato elettorale ci si dice: ‘adesso bisogna fare qualcosa’ ma non si fa mai granché. Bisogna – afferma – ricucire lo strappo e rispondere alla collera reciproca di chi si esprime attraverso l’astensionismo e i voti estremi”.
“Strano e bel paese, che non rende la vera misura di sé se non quando si trova sul bordo di un precipizio. La Francia non è mai tanto grande come quando è in pericolo, e una nuova prova l’abbiamo questa sera”. Laconico ma allo stesso modo inquieto nel festeggiare la sconfitta dell’estremismo il filosofo Bernard Henry-Lévy, che si è espresso nelle scorse ore sui social network. “Nazione in pericolo, choc emozionale, stato d’urgenza: tutte queste immagini sono buone per dire che il nostro paese, questa sera, riprende il controllo di sé”, ha twittato. Un ristabilimento dell’ordine a cui nelle ore precedenti al secondo turno elettorale si era detto convinto in virtù di quella che aveva definito la giusta linea di comportamento intrapresa nei confronti del Front National: “Stigmatizzazione, linea di demarcazione, chiamare le cose con il loro nome. È quel che abbiamo fatto e il Fn sarà battuto. Con una vittoria schiacciante”. Per definire il partito estremista di Le Pen il filosofo ha usato questa mattina la definizione di “territorio perduto della Repubblica”, la stessa coniata dallo storico Georges Bensoussan per indicare il distaccamento dai valori democratici del paese che caratterizza le banlieue. Per questo per BHL (come viene chiamato in patria) quello che conta adesso è di “non addormentarsi e fare di tutto perché questo psicodramma grottesco non si riproduca nel 2017”.
Anche il saggista Raphaël Glucksmann, figlio del filosofo André da poco scomparso, non ha nascosto il suo sollievo: “Il rigetto del Fn resta largamente maggioritario dappertutto: riscossa civica da apprezzare!”. Tuttavia anche lui non ha potuto tenere nascosta la sua preoccupazione legata a una certa frustrazione per dei “leader che hanno perso di credibilità”. “Mi piace votare – il suo messaggio diffuso attraverso i social – voterò sempre, fosse anche in bianco, per onorare la democrazia e annusare l’atmosfera così piacevolmente cittadina dei seggi. Ma spero un giorno di votare anche per qualcuno e non solo contro qualcuno. Perché verrà un momento – il timore di Glucksmann – i cui gli ‘elettori diga’ tra i quali mi classifico senza fierezza né gioia, si stancheranno di salvare persone nelle quali non credono assolutamente più. E in quella situazione, se nessun voto ‘per qualcuno’ non sarà nel frattempo emerso, l’inondazione lepenista tanto temuta e ogni volta respinta avrà infine luogo. La domanda è: quando avrà luogo questa catastrofe? Oggi? Non credo. Nel 2017? Nel 2022?”.
Sull’analisi dei momenti storici di crisi si concentra anche una riflessione del rav Korsia espressa a Digione in occasione della festa di Chanukkah che si conclude oggi. “Le candele sono qualcosa di formidabile, sono la speranza. Anche nell’oscurità più oscura, accendete una lucina ed essa si moltiplica, vedete: il 7 gennaio, il 13 dicembre, il 22 aprile… cosa abbiamo fatto di tutte queste date? La sfida – ha affermato Korsia – non è di avere solo momenti e anniversari di stupore, di angoscia, di paura, ma di essere capaci di trasformare tutto questo in energia positiva”. È questa la forza delle religioni, ha quindi sottolineato, prevedendo che a giocare un ruolo di rilievo per il futuro del paese sarà la “capacità che avremo di essere fratelli gli uni per gli altri e di impegnarci gli uni per gli altri. Questo – la conclusione del rav – è quello di cui ha bisogno oggi la nostra società”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(Nell’immagine: a destra Marine Le Pen, leader del Front National, accanto a sua nipote Marion Maréchal-Le Pen, candidata FN nella regione di Provence-Alpes-Côte d’Azur)
(14 dicembre 2015)