Qui Roma – Inseguendo tracce d’amore
“Ho lavorato dietro le telecamere tutta la mia vita, ma in questo caso oltre che dietro sono anche davanti”. Racconta così a Pagine Ebraiche l’esperienza del suo ultimo film, intitolato Tracce d’amore, la produttrice cinematografica Marina Piperno, che per la prima volta nel suo ultimo lavoro è la protagonista sullo schermo oltre che dietro le quinte. La pellicola, scritta e prodotta insieme al marito Luigi Faccini e proiettata questa mattina in anteprima alla Casa del Cinema di Roma (l’iniziativa è del centro di cultura ebraica), racconta infatti la storia della sua famiglia e del viaggio di Marina alla scoperta delle sue radici. Si è trattato per lei di una “riappropriazione di identità”, in quanto nell’itinerario attraverso il tempo e lo spazio della sua storia personale è andata a fondo di quella ricerca interiore che si intreccia con il dramma delle leggi razziste del 1938. Per questo il documentario sarà proiettato sempre alla Casa del Cinema il 31 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria.
Fu infatti proprio in seguito agli eventi del 1938 che una parte della famiglia Piperno – Di Segni decise di lasciare l’Italia per emigrare alla ricerca della salvezza verso gli Stati Uniti e Israele. Ed è proprio tra Roma, New York e Israele che si muove Marina, ritrovando e ricollegando tra loro tutti i vari rami del suo albero genealogico. Tra lunghi viaggi aerei, riunioni famigliari e visite sorprendenti, le riprese, racconta, sono durate tre anni. Il risultato è un film di quattro ore e mezza diviso in sei capitoli corrispondenti a diverse tappe, in cui emergono tantissimi documenti inediti, tra foto d’epoca, video e cimeli di famiglia, e lunghe interviste per raccontare storie si mescolano e si completano l’una con l’altra. Ma nella ricerca, aggiunge la produttrice, “abbiamo raccolto ancora più materiale”.
A colloquio con membri di tutti i rami di una famiglia oggi dispersa ma ancora fortemente legata alle sue origini pienamente radicate nell’ebraismo romano, la domanda più ricorrente è “che tipo di ebreo sei?”. Perché Tracce d’amore è l’esplorazione anche di un’identità ebraica complessa, che Piperno racconta avere un ruolo centrale nella sua vita. “Sebbene non sia particolarmente legata all’aspetto religioso dell’ebraismo – spiega – ho sempre sentito un legame strettissimo con la mia identità e i valori che trasmette che non ho mai nascosto ed si è manifestato altrettanto forte in ogni circostanza della mia vita”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(Nell’immagine un fotogramma del documentario con una fotografia di famiglia)
(15 dicembre 2015)