“Lotta al terrore,
Italia concreta”
“Non ci preoccupiamo delle esibizioni muscolari, ma di cose concrete” dice il premier Matteo Renzi facendo riferimento ai 450 militari che il governo invierà in Iraq con l’obiettivo di proteggere i lavori di ristrutturazione di una diga a nord di Mosul, il cui appalto è stato vinto dall’azienda Trevi. Sul Corriere, Lorenzo Cremonesi descrive i principali problemi. Di tipo politico e militare oltre che strutturale, in particolare legati alla preponderanza di popolazioni filo-Isis e di una guerriglia che si sviluppa “strada per strada, casa per casa”. Dal web arrivano intanto le prime intimidazioni di stampo jihadista, anche se non è ancora possibile ricondurle a miliziani islamisti e dunque considerarle una minaccia autentica.
Il veleno della retorica. “Marine Le Pen e Marion Maréchal-Le Pen ricopiano la retorica di Vichy. Quando si fanno differenze tra francesi e si parla di lotta contro i musulmani, si creano le condizioni dell’insicurezza nazionale e di una guerra civile. Il Fn vuole dividere il Paese”. Così Jean-Christophe Cambadélis, segretario del Partito socialista, che racconta in un’intervista a Repubblica il lancio a febbraio di una nuova “Alleanza popolare” in chiave anti-Fn in vista della corsa all’Eliseo del 2017. Nel frattempo Marine Le Pen torna indagata dalla procura di Nanterre per “diffusione di immagini violente” per la pubblicazione sui social di alcune foto tratte dai video più cruenti di propaganda del’Isis come risposta all’equiparazione di Front national e jihadismo fatta del politologo Gilles Kepel (Corriere).
Accoltellò Graff, ecco l’identikit. Alto 1,80 cm, magro, carnagione chiara, occhi e capelli chiari, naso sottile: la polizia scientifica ha elaborato e diffuso l’identikit del presunto autore dell’aggressione avvenuta il 12 novembre scorso a Milano ai danni di Nathan Graff. Come riportano i quotidiani milanesi, la vittima non avrebbe trovato somiglianze con persone che conosce.
Licio il fascista. Appuntato alla giacca di Licio Gelli il fascio littorio. Un simbolo che, scrive il Messaggero, “suona come una convinta rivendicazione del suo passato”. “I fascisti sono “vittime di un’ideologia atroce. Quelli di ieri e quelli che oggi. È gente che non sa. Riguardo a quelli di oggi mi chiedo: ma la storia non gli è bastata?”. Lo afferma la testimone della Shoah Liliana Segre, intervistata da Repubblica Milano. Segre è firmataria di una campagna online per lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste e neonaziste attive in Lombardia.
Il Mein Kampf in libreria. Il settimanale della Stampa Origami è dedicato alla prima riedizione in Germania del Mein Kampf in un’edizione a cura dell’Institut fur Zeitgeschichte (IfZ) di Monaco. In un’intervista parla Christian Hartmann, a capo della squadra di storici che hanno messo insieme l’imponente apparato critico “per distruggerne una volta per sempre il mito”. “Sarebbe da auspicare che almeno una traduzione italiana venisse curata da autorevoli studiosi del nazismo. Al limite – afferma Daniel Vogelmann, editore – potrebbe anche occuparsene una casa editrice ebraica come la Giuntina”.
Firenze, religioni a tavola. Un momento di incontro a tavola per ebrei, musulmani a cristiani ieri a Firenze, all’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose. Presenti tra gli altri il rav Joseph Levi, l’imam Izzeddin Elzir e il teologo Luca Mazzinghi. Sui giornali fiorentini una cronaca dell’iniziativa.
L’antisemitismo di Heidegger. La Stampa recensisce il nuovo libro di Donatella Di Cesare, intitolato Heidegger & Sons (Bollati Boringhieri), in cui si propone una lettura dei Quaderni neri del filosofo che mostra come il suo antisemitismo avesse “una provenienza teologica, un’intenzione politica, un rango filosofico”.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(17 dicembre 2015)