Liste dell’odio,
interviene la procura

rassegnaManager, intellettuali, professori universitari, giornalisti, cantanti e attori. Ebrei o colpevoli di vicinanza al mondo ebraico e Israele. La delirante lista stilata dal sito Radio Islam, giacente sul web da molti anni, riceve in queste ore le attenzioni della Procura di Roma.
Ieri infatti è stato aperto un fascicolo e tra i reati ipotizzati, per il momento contro ignoti, vi sono minaccia e diffamazione, con l’aggravante dell’odio razziale.
Numerose le reazioni all’inquietante iniziativa. Dai vertici della Federazione Nazionale della Stampa Italiana alla presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. Sorprende però che venga presentata come una novità assoluta da molti quotidiani, trattandosi di un elenco con informazioni e profili estremamente datati.

Colosseo bloccato, per gli urtisti ipotesi di reato. Accesso al Colosseo bloccato per trenta minuti, alcune transenne divelte. Quindi l’intervento delle Forze dell’ordine, che hanno ripristinato la normalità.
La clamorosa iniziativa degli urtisti, gli storici venditori di ricordi (alcuni dei quali appartenenti al mondo ebraico romano), ritrovatisi ieri in gran numero per protestare contro l’allontanamento dall’area, è raccontata in toni fortemente critici dai quotidiani.
“Dopo lo spettro del terrorismo – si legge sul Messaggero – le minacce degli ambulanti. Non c’è pace per il Colosseo. È il leitmotiv della mattinata di follia, ieri, all’Anfiteatro Flavio, quando un centinaio di urtisti (e, a detta della Soprintendenza, centurioni in borghese) hanno preso d’assalto gli ingressi al monumento, tenendolo ‘sotto sequestro’ mezz’ora”.
“Illegale. Indecente. Indifendibile. Indegno di una qualsiasi Capitale europea. Potremmo continuare di questo passo e divertirci per allungare l’elenco degli aggettivi e delle definizioni adatte a ciò che è accaduto al Colosseo” scrive Paolo Conti in un editoriale sul sito del Corriere.
“Stiamo valutando l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio” afferma intanto la direttrice Rossella Rea.

Giuseppe Levi, mio nonno. “Un eroe? Certo, ai miei occhi di bambino le storie legate alla sua attività di scienziato avevano qualcosa di eroico. Da giovane, mi raccontavano, era andato nelle isole Spitsbergen per impadronirsi dei gangli nervosi di una balena, pescata e portata sulla spiaggia: si era fatto largo nel ventre della balena a colpi di sciabola. La sua figura ha dominato parte della mia infanzia”. Sul Corriere Sette Carlo Ginzburg ricorda con ammirazione il nonno, Giuseppe Levi, che fu insegnante di tre premi Nobel (Rita Levi Montalcini, Renato Dulbecco e Salvador Luria) e che il fascismo allontanò dalla cattedra con la promulgazione delle Leggi Razziste.

Natale a casa Levi-Montalcini. Piera Levi-Montalcini, nipote della celeberrima Rita, inaugura oggi su Repubblica Torino una serie di racconti dedicati al Natale. “Pur avendo mantenuto di generazione in generazione le solide radici nella cultura e nelle tradizioni ebraiche – si legge – i Levi-Montalcini hanno sempre vissuto l’appuntamento natalizio come un’occasione per ritrovarsi, o per tenersi in contatto con chi si trovava lontano da Torino, o più semplicemente per rendere più dolci e gioiose le giornate di vigilia e di festa ai più piccoli di casa”.

Gina la Giusta. La Gazzetta dello Sport racconta in breve, nella sezione “Notizie tascabili”, la cerimonia di conferimento del titolo di Giusta tra le Nazioni a Gina Silvestri, partigiana valdese che aiutò il giornalista Massimo Della Pergola, insieme alla moglie Adelina e al figlioletto Sergio, a varcare clandestinamente il confine con la Svizzera.

Gerusalemme-Ankara: riallacciati i rapporti. Israele e Turchia hanno trovato un accordo preliminare per la ripresa dei rapporti e il ritorno dei rispettivi ambasciatori. Il nuovo accordo è stato raggiunto nel corso di un incontro in Svizzera tra il nuovo capo del Mossad Yossi Cohen e il sottosegretario per gli affari esteri Feridun Sinirlioglu. La ripresa dei rapporti, scrive il Corriere, aprirà la discussione sulla possibilità di costruire un gasdotto da Israele alla Turchia.

Guai per Bar Rafaeli. Guai con il fisco per la top model israeliana Bar Rafaeli, che si è vista recapitare dal tribunale distrettuale di Tel Aviv una richiesta di arresto, assieme alla madre Tzipi. Stando a quanto le viene contestato – spiega Aldo Baquis sul Quotidiano Nazionale – avrebbe evaso le tasse per un milione di shekel, pari a 240 mila euro.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(18 dicembre 2015)