Informazione – Pagine Ebraiche di gennaio
Toscanini, la musica della libertà
Come la sua bacchetta, non si spezzava e non si piegava, il maestro italiano più famoso del mondo. Seguiva la musica e i suoi ideali, pronunciando quei no, che avrebbe pagato con schiaffi e percosse ma che lo avrebbero ricompensato nella vita. È dedicato ad Arturo Toscanini (1867-1957), il dossier, curato da Ada Treves, del numero di Pagine Ebraiche di gennaio. Un inserto ricco di contenuti e di contributi preziosi attraverso i quali si racconta la straordinaria vita del direttore d’orchestra che pur di non offrire i suoi servigi alla dittatura fascista emigrò in America, e che nel 1936 accettò di condurre a Tel Aviv il primo concerto di quella che sarebbe diventata la Israel Philarmonic Orchestra. Fondata dal violinista Bronislaw Huberman, la filarmonica fu uno straordinario stratagemma per salvare numerosi musicisti ebrei in fuga dalle persecuzioni.
Come la sua bacchetta, non si spezzava e non si piegava, il maestro italiano più famoso del mondo. Seguiva la musica e i suoi ideali, pronunciando quei no, che avrebbe pagato con schiaffi e percosse ma che lo avrebbero ricompensato nella vita. È dedicato ad Arturo Toscanini (1867-1957), il dossier, curato da Ada Treves, del numero di Pagine Ebraiche di gennaio.
Un inserto ricco di contenuti e di contributi preziosi attraverso i quali si racconta la straordinaria vita del direttore d’orchestra che pur di non offrire i suoi servigi alla dittatura fascista emigrò in America, e che nel 1936 accettò di condurre a Tel Aviv il primo concerto di quella che sarebbe diventata la Israel Philarmonic Orchestra. Fondata dal violinista Bronislaw Huberman, la filarmonica fu uno straordinario stratagemma per salvare numerosi musicisti ebrei in fuga dalle persecuzioni.
E sarà proprio questa vicenda, la protagonista del concerto “Toscanini – Il coraggio della musica”, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, prevista per il Giorno della Memoria (27 gennaio 2016) presso l’Auditorium Parco della Musica. Nel dossier, a dare una viva immagine di Toscanini e Huberman, i contributi del musicologo Enrico Fubini, la giornalista Viviana Kasam, il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, Josh Aronson, Harvey Sachs, Gabriel Vole, l’ebraista Maria Teresa Milano e Mario Soldati.
“Svegliamoci. E in fretta”. Giunge lapidario il monito di Shmuel Trigano, illustre sociologo dell’Université de Paris X Nanterre e fondatore dell’Observatoire du monde juif, dopo i fatti che hanno sconvolto la Francia. In una ampia intervista Trigano fa il punto sulla violenza, l’antisemitismo, la maschera dell’antisionismo e il pericoloso scricchiolare della democrazia: “L’iscrizione dell’antisemitismo nel quadro del terrorismo – spiega – costituisce un passaggio fondamentale. Così come non è più lecito, non è più possibile l’ambiguità di distinguere in qualche modo l’antisionismo dall’antisemitismo”. La riflessione sul futuro degli ebrei di Francia continua poi con il reportage che racconta le reazioni dei giovani italiani a Parigi per motivi di studio o di lavoro. Michela, Sara, Claudio, Noemi, Rachele, Shemuel e Michele ripercorrono con Pagine Ebraiche la drammatica notte del 13 novembre e confidano le loro speranze e i progetti per il futuro. Non dimentichiamo però che la spirale di violenza che ha colpito la Francia ha un inizio ben preciso e assai simbolico: l’attacco lo scorso gennaio alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo e quello al supermercato Hyper cacher di Vincennes. Sul nuovo numero, un quadro puntuale che fa il bilancio della condizione della libertà di satira e opinione, e la presentazione dei due nuovi documentari di History Channel dedicati ai drammatici accadimenti con nuove testimonianze, tra cui quella della cassiera del supermercato casher.
Il 17 gennaio papa Bergoglio farà visita alla sinagoga di Roma, seguendo le orme dei suoi predecessori Wojtyla e Ratzinger. A condividere aspettative e riflessioni, il rav Giuseppe Momigliano, presidente dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia che esprime chiaramente come il dialogo debba essere sempre accompagnato dalla consapevolezza: “Senza consapevolezza – dice – senza conoscenza profonda delle proprie radici, il dialogo non va da nessuna parte”. Ad arricchire le pagine, anche un bilancio del direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian e del direttore di Tv 2000 Lucio Brunelli.
L’integrazione è la grande sfida sulla quale lavora Israele e a offrire sulla questione uno sguardo da insider è Sami Miaari, lettore del Dipartimento di diritto del lavoro all’Università di Tel Aviv: “è necessario un investimento in diversi settori – afferma – dall’educazione, alle infrastrutture, alle politiche abitative”. E a proposito di educazione, i primi passi si stanno già muovendo: lo scorso ottobre la Knesset ha votato all’unanimità un disegno di legge che prevede l’insegnamento dell’arabo agli studenti israeliani a partire dalla prima elementare. Dopo la storica apertura dell’Occidente verso Teheran, sono in molti a vedere l’Iran come una mitica El-Dorado alla quale rivolgersi per mitigare le difficoltà economiche. Un luogo comune sfatato dall’economista Rony Hamaui intervistato sulle pagine di economia.
Combattiva, risoluta, idealista: è la triestina Laura Weiss una delle protagoniste della sezione culturale alla quale è dedicato il Quaderno di Laura W. Helen Brunner (Comunicarte editore). Dopo la laurea in medicina Weiss è costretta a vivere in clandestinità a causa della persecuzione nazifascista. Finita la guerra, percorrerà la carriera politica diventando consigliera comunale del Partito Comunista Italiano e stringerà un forte sodalizio con il militante Vittorio Vidali e con il medico Bruno Pincherle.
Il tristemente noto caso di Edgardo Mortara unito alla figura carismatica di Victor Senjour costituiscono le basi del lavoro di Elèna Mortara Writing for Justice (Dartmouth College Press) recensito per Pagine Ebraiche dagli storici Alberto Cavaglion e Anna Foa.
“La vera cultura ebraica non è la blasfemia del sangue, ma è il perdono, la pace”, scriveva il rav Elio Toaff z.l. Proprio al sangue è dedicata la nuova sorprendente mostra del Jewish Museum di Londra acclamata dai critici e visitatori. “Blood Uniting & Dividing” riflette questo paradosso, il sangue come elemento principale di rituali e tradizioni ebraiche ma anche pretesto per secoli di persecuzioni antisemite e isolamento.
Come ogni mese, a rendere il giornale colmo di spunti diversi e opinioni contrastanti, sono i collaboratori: Giulio Busi riflette sulla storia, “una madre scarmigliata”, e il ricordo. La Memoria è ancora protagonista nelle parole di David Bidussa, Marco Coslovich e Franca Tagliacozzo. Sergio Della Pergola ci introduce nella “stanza dei bottoni” del governo israeliano. Incertezza e futuro sono i concetti di partenza di Francesco Moises Bassano e Anna Segre mette a nudo i passi falsi dei libri di storia e geografia adottati dagli studenti delle scuole italiane. Anna Momigliano stila un triste bilancio della stagione dei coltelli in Israele, mentre Claudio Vercelli fa i conti in tasca all’Isis. Aviram Levy presenta la app israeliana Gett che vuole sfidare il gigante Uber. Claudia De Benedetti nella sua rubrica Donne da vicino presenta Chiara Pilocane. Rav Gianfranco Di Segni racconta una storia del Talmud che spiega l’inutilità degli idoli, il sofer Amedeo Spagnoletto parla di autocertificazioni e rav Alberto Moshe Somekh lancia una nuova proposta: quella di “adottare” un Sefer Torah.
Si finisce come di consueto con la pagina di sapori che svela tutti i segreti di un ingrediente immancabile sulla tavola di un ebreo ashkenazita: il cetriolino.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(23 dicembre 2015)