Qui New York – In ricordo del re del Marocco Il coraggio di Mohammed V
Coraggio, lealtà e amore per il proprio popolo. Sono queste le doti che hanno contraddistinto il re del Marocco Mohammed V (1909-1961) mentre sedeva sul suo trono e impediva che la persecuzione nazista si abbattesse sui propri sudditi ebrei. A dargli un riconoscimento postumo, è stata l’associazione ebraica newyorkese Kivunim che per festeggiare i dieci anni di attività ha istituito il premio Rev. Martin Luther King Jr -Rabbi Abraham Heschel Award (che prende il nome dall’uomo simbolo della battaglia contro la segregazione razziale negli Usa e il suo fermo sostenitore rav Heschel che marciò al suo fianco) e lo ha consegnato alla figlia del re, la principessa Lalla Hasna. La serata in suo onore, organizzata presso la sinagoga B’nai Jeshurun, ha visto la partecipazione di settecento persone oltre che dell’ambasciatore del Marocco negli Usa Rachad Bouhlal, dell’ambasciatore statunitense in Marocco Dwight Bush e dell’ambasciatore marocchino all’Onu Omar Hilale.
Da anni Kivunim si occupa di fornire programmi agli ebrei americani che decidono di prendersi un anno sabbatico per girare il mondo prima di iniziare il college. Tra le 12 mete proposte dall’associazione c’è anche il Marocco oltre che anche la Grecia, la Ungheria e la Repubblica Ceca.
Durante la serata, è stata rievocata la figura dell’onorevole re, il quale, nonostante il Marocco fosse sotto il protettorato francese e la Franca fosse occupata dai nazisti, si oppose drasticamente ad applicare nel suo regno le leggi anti-ebraiche ed evitò la deportazione degli oltre 250.000 membri della comunità ebraica locale. Storica la frase attribuita a lui durante i tempi difficili: “In Marocco non ci sono ebrei, in Marocco ci sono solo cittadini” (tuttavia è da segnalare che in quel periodo venne emanata una legge che costrinse a ritornare ad abitare nei quartieri storicamente ebraici). Oltre alla principessa Lalla Hasna, a mandare il proprio messaggio è stato il re del Marocco Mohammed VI, nipote di Mohammed V, attraverso il suo consigliere di religione ebraica Andrè Azoulay. “Oggi più che mai – si legge nel comunicato del re – abbiamo bisogno di cogliere la lezione e la rilevanza di questa storia per prendere posizione contro chi dirotta la nostra cultura, la nostra fede e la nostra civilizzazione. Partendo dall’eredità di mio nonno, sua maestà Mohammed V, possiamo inseme riappropriarci di quel rispetto reciproco che sembra essersi disperso in molte parti del mondo”. “Questa storia ha il potere di ispirare e cambiare l’intero modo di vedere le situazioni e le persone” ha aggiunto Peter Geffen, direttore esecutivo di Kivunim. Dopo la premiazione ufficiale, la serata è continuata con la tipica musica ebraica e araba marocchina allietati dalle performance di Mira Awad e David Broza.
Rachel Silvera
(25 dicembre 2015)