L’intervista al sociologo Shmuel Trigano
“Svegliamoci. E in fretta”

Ci hanno detto che siamo in guerra. Ci hanno detto che ognuno di noi è un bersaglio. Ci hanno detto che siamo a una svolta, che la Storia sta scrivendo una nuova drammatica pagina sotto i nostri occhi. Ci hanno detto che un nuovo continente, sconosciuto e pericoloso, sta per emergere. Dobbiamo crederci o dobbiamo continuare come se niente fosse le nostre esistenze? Quali misure dobbiamo adottare, cosa dobbiamo attenderci dal futuro? Sono questi in effetti tempi difficili e pericolosi. Ma soprattutto sono tempi difficili da interpretare. Molti intellettuali ebrei francesi, soprattutto il filosofo Alain Finkielkraut e lo storico Georges Bensoussan, come riferisce Pagine Ebraiche di dicembre, li avevano preannunciati tentando di rompere un muro di incoscienza e di malafede, o forse solo di fastidio nei confronti di chi vuole chiamare le cose con il proprio nome. Ma pochissimi hanno analizzato le cause delle ferite di Parigi e della solitudine degli ebrei in Europa nelle loro radici profonde come il sociologo Shmuel Trigano. Pochi sono oggi in grado di dire cosa sta davvero cambiando, cosa non sarà mai più come prima e cosa ci attende.

(L’illustrazione è di Giorgio Albertini)