JCiak – Dieci da non perdere
Sarà poco originale, ma niente è meglio di una lista per fare ordine. Anche perché, a scorrerlo in prospettiva, l’anno cinematografico riserva parecchie belle sorprese. Eccoli dunque (in ordine sparso) i magnifici dieci del 2015. Alcuni sono già arrivati nelle sale italiane, per gli altri servirà ancora un po’ di pazienza.
Il figlio di Saul
Rigoroso e claustrofobico, il film di Làsló Nemes, ci immerge nell’inferno di Auschwitz attraverso la storia di Saul Auslander, Sonderkommando che tenta disperatamente di dare una sepoltura al corpo del figlio. Il tema è potente, la regia notevole come l’interpretazione di Geza Rohrig, attore e poeta ungherese che, come il regista ha perso parte della famiglia durante le persecuzioni naziste. Vincitore del gran Prix speciale della giuria a Cannes, è candidato dall’Ungheria all’Oscar. Sarà in Italia a metà gennaio.
Tikkun
Uno dei film più belli dell’anno. Diretto da Avishai Sivan, racconta la storia di Haim-Aron (Aharon Treitel), studente di yeshiva brillante e destinato a un grande futuro. Una sera sviene durante un digiuno, è dato per morto, ma il padre riuscirà a rianimarlo. Da quel momento le cose però cambieranno e il padre in una crisi di coscienza chiedendosi se è stato giusto forzare il volere divino nella disperata notte in cui il figlio stava per andarsene. Onirico e poetico, ha vinto il Jerusalem Film Festival e il Premio speciale della giuria a Locarno.
Il labirinto del silenzio
Storia vera di Johann Radmann, giovane e determinato procuratore che nella Germania degli anni Cinquanta riesce, fra mille battaglie, a portare in tribunale alcuni dei responsabili dei crimini di Auschwitz. Il processo riporta il genocidio nazista all’attenzione pubblica, negli anni in cui i tedeschi cercano di dimenticare. Diretto da Giulio Ricciarelli, italiano che da sempre vive in Germania, e candidato dalla Germania all’Oscar.
Felix e Meira
Diretto da Maxime Giroux è una delicata storia d’amore che nasce e cresce nel gelo di un inverno a Montreal. Lei, interpretata dall’israeliana Hadas Yaron, già apprezzata in “La sposa promessa”, appartiene alla comunità hassidica, è sposata con Shulem (Luzer Twersky, che nella realtà è nato e cresciuto nella comunità Satmar) e ha una bambina. Lui, che non è ebreo e vive alla giornata grazie ai soldi del padre, non dovrebbe nemmeno sfiorarla con gli occhi.
Il figlio di Hamas – The Green Prince
Quella di Mosad Hassan Yousef sembra una storia da film. Invece il figlio del fondatore e leader di Hamas nel West Bank ha davvero scelto di cambiare campo e di collaborare con Israele e lo Shin Bet. Nadav Schirman esplora le sue motivazioni e ci racconta cosa accade nella sua vita e nelle sue relazioni in un film notevole, da vedere per capirne di più di quanto accade in Medio Oriente.
Amy – The Girl Behind the Name
Dedicato alla struggente parabola di Amy Winehouse, cantante di talento strepitoso, morta a soli 27 anni, è uno dei documentari più belli dell’anno. Il regista Asif Kapadia riesce non cede al sentimentalismo né al gossip e lascia che a parlare siano le immagini.
Il grande quaderno
Tratto dall’omonimo romanzo del 1986 di Agota Kristof e diretto da János Szász, narra di due gemelli di 13 anni costretti, negli anni della seconda guerra mondiale, a lasciare la famiglia per rifugiarsi in uno sperduto villaggio, in casa di una nonna alcolista e crudele che pare uscita da una favola dei fratelli Grimm. Arrivato in Italia a gennaio, ma candidato all’Oscar, due anni fa, dall’Ungheria che quest’anno schiera un altro film dedicato alla Shoah, Il figlio di Saul.
In Jackson Heights
Il maestro del documentario Frederick Wiseman porta sul grande schermo i difficili equilibri e le strepitose possibili armonie del vivere insieme. Nel suo nuovo lavoro il regista ebreo-americano ci racconta il quartiere più multiculturale che c’è, Jackson Heights, Queens, New York. Qui si parlano 167 lingue e si vive assieme, grazie a un lavoro di comunità che in altre parti d’America è pura utopia.
The woman in Gold
Storia mozzafiato di uno dei quadri più celebri del mondo, il magnifico ritratto in cui Gustav Klimt immortalò, nel 1907, Adele Bloch Bauer. Confiscato dai nazisti, torna in possesso della nipote Maria Altmann solo dopo una lunga battaglia legale. Diretto da Simon Curtis e interpretato da una meravigliosa Helen Mirren affiancata da Ryan Gosling, non è un gran film. Da vedere per saperne di più sul tema, ancora scottante, della restituzione dei beni confiscati durante le persecuzioni.
Un disastro di ragazza
Giovane, bionda e in carne, Amy Schumer ribalta molti luoghi comuni, in questa commedia diretta dal regista ebreo americano Judd Apatow. Un po’ sboccata, un po’ greve, Amy è portabandiera di una comicità agli antipodi di Woody Allen. Negli Stati Uniti è stato uno dei campioni della stagione al box office.
Daniela Gross
(31 dicembre 2015)