…scelte

Heidegger cita Evola: a nessuno dei due piace “il mondo della casualità”. E non piace loro il mondo del calcolo, del compromesso, forse anche degli espedienti per salvarsi la vita, tipicamente ‘ebraici’. A Heidegger e a Evola piaceva invece, come si sa, il mondo della certezza autoritaria, del potere forte ed elitario, quello che tiene ben sottomesse le masse informi e ignoranti e che esclude i diversi, specie se ebrei. A loro piaceva l’idea apocalittica, della guerra necessaria e rigeneratrice. L’idea del destino da seguire fino all’autodistruzione e alla morte.Si ripropone la domanda su che cosa si debba fare con questi pensatori proclivi a un pensiero antiumanitario e, per quel che ci riguarda, all’antisemitismo. Liberarsene gettandoli nel trogolo assieme all’acqua sporca sarebbe la tentazione più facile. Tenerli, invece, e prendersi cura del loro pensiero insalubre è forse la soluzione più utile, per portarli a esempio a coloro che si lasciano affascinare dalle invettive dei profeti populisti e dei tribuni del nostro tempo, che infiammano le folle giocando sui bassi istinti, sulla paura dell’altro e su idee di facile presa – l’élite nazionale, la razza pura, il pericolo del diverso e dell’eterogeneità. Anche perché le idee insalubri sanno riprodursi da sole, per partenogenesi, o crescono come i funghi dove meno te l’aspetti.
Del resto, esiste un pensiero che insegna le opposizioni, e un pensiero che insegna la coesistenza e la convivenza. A saper scegliere ci vuole coraggio. Sempre.

Dario Calimani, anglista

(5 gennaio 2016)