Je suis Paris – L’iniziativa
Gli ebrei francesi si mobilitano
“Shabbat, tutti in sinagoga”

targa hypercacherCome Charlie-Hebdo, l’Hypercacher di Porte de Vincennes è un “simbolo di tutte le vite innocenti spezzate da dei fanatici che minacciano il nostro modo di vita”. Per questo, spiega il presidente Roger Cukierman, il Conseil Représentatif des Institutions juives de France, massima rappresentanza ebraica del paese, ha chiamato a raccolta le autorità insieme a tutti i cittadini francesi per una commemorazione delle vittime dell’attentato terroristico al supermercato casher, ma anche alla redazione del giornale satirico, nel primo anniversario dalla strage perpetrata il 9 di gennaio scorso, che si svolgerà sabato subito dopo la fine dello Shabbat. E mentre “il dolore è ancora vivo nonostante sia passato un anno”, sono numerose le iniziative ebraiche in memoria di una strage che – ha ricordato ancora Cukierman in occasione dello scoprimento ieri da parte del presidente della Repubblica François Hollande della targa in memoria delle vittime dell’Hypercacher – “non riguarda solo la Comunità, dei poliziotti e dei disegnatori, ma tutta la società”.
Insieme al Crif, tutte le maggiori istituzioni ebraiche francesi erano rappresentate nella cerimonia di ieri, che ha visto riunirsi di fronte a quei luoghi dolorosi anche gli ostaggi sopravvissuti e le famiglie delle quattro vittime, Philippe Braham, Yohan Cohen, Yoav Hattab e François-Michel Saada. Accanto a loro c’erano infatti, tra gli altri, anche il gran rabbino di Francia Haïm Korsia e il presidente del Consistoire Central de France Joël Mergui, insieme a Lassana Bathily, l’impiegato musulmano dell’Hypercacher che è riuscito a nascondere alcuni ostaggi.
lassanarogerjoel Anche lo Shabbat che precederà il presidio del Crif sarà speciale. Il Consistoire ha infatti indetto un “Hyperchabbat”, invitando tutti a rispettare il giorno di riposo per poter riflettere sul valore della vita e ricordare quei “quattro guardiani dello Shabbat” che l’hanno persa un venerdì proprio facendo le compere per il giorno di festa. “È un appello – ha detto Mergui – che lanciamo a tutte le Comunità ebraiche di Francia, a chi è osservante ma anche a chi non ha l’abitudine di andare in sinagoga. Andiamoci tutti, per difendere la nostra libertà di coscienza, di credere, la libertà di essere ebrei in Francia, di mangiare casher, di fare Shabbat e di vivere la nostra identità”. L’iniziativa è nata dalla lettura di uno degli ultimi sms mandati da Yoav Hattab – un evento che Mergui ha definito “sconvolgente”. “Cerca di fare Shabbat appena arrivi, sono momenti difficili in Francia per gli ebrei. Prova soltanto, non fare tutto, ma prova”, chiedeva alla sua amica Léa, che vive a Madrid e oggi rispetta il sabato anche nella vita frenetica di studentessa. Una vicenda drammatica da cui il Consistoire ha voluto trarre un insegnamento: ”Abbiamo il dovere di essere sempre iper vigilanti, iper coinvolti, iper Shabbat”. Subito dopo la cerimonia del Crif, il rav Korsia terrà , alla sinagoga di Porte de Vincennes insieme al rabbino capo di parigi Michel Gugenheim un Melavè Malkah, il pasto del sabato sera, in memoria delle vittime.
Il Crif ha infine lanciato anche una campagna di “omaggio digitale” alle vittime su tutti i social network più utilizzati, riunendo tutte le manifestazioni di commemorazione sotto l’hashtag #Hyercacher. E sul web si è espresso anche un gruppo di musicisti ebrei riunito dal cantante israeliano Shai Barak, che hanno girato un video in cui cantano una canzone in inglese, francese ed ebraico intitolata “Je suis juif”.
A suonare un campanello d’allarme è il filosofo ebreo francese Alain Finkielkraut. “Come tutti i manifestanti dell’11 gennaio 2015 – ha detto in un’intervista alla stampa francese – ero Charlie, ero ebreo, ero poliziotto, ero la République. Ma mentre il popolo scendeva in massa nelle strade, gli abitanti di quelli che vengono chiamati senza batter ciglio ‘quartieri popolari’ restavano a casa. Per niente avrebbero brandito la matita della libertà d’espressione e detto di essere Charlie, perché Charlie aveva insultato il Profeta. È il grande paradosso dell’11 gennaio. Quel momento commovente di unione nazionale ha svelato la realtà spaventosa dello strappo della Francia”. E il 2016? “Sarà un nuovo inizio – l’auspicio di Finkielkraut – a condizione che sappiamo, di fronte a chi è sopravvissuto, tenere gli occhi aperti”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(Nelle immagini: in alto lo scoprimento della targa davanti all’Hypercacher, sotto – da sinistra – il presidente del Consitoir Joël Mergui, l’eroe dell’Hypercacher Lassana Bathily e il presidente del Crif Roger Cuckierman)

(6 gennaio 2016)