…crisi
Fino ad ora Iran ed Arabia Saudita si erano fatte la guerra per procura in Siria, Iraq ed in ogni conflitto che vede la partecipazione di Paesi islamici.
Ora, con l’esecuzione della condanna dell’Imam Nimr al Nimr, i nodi sembrano arrivare al pettine e lo scontro si è fatto frontale. Se un merito dobbiamo trovare ad un conflitto che può avere conseguenze in tutto il mondo è che induce ad affrontare la principale causa che ha permesso il prosperare dell’Isis: l’eterno scontro fra sciiti e sunniti, che ha creato un’insanabile divisione interna al fronte alleato, dove ognuno persegue propri interessi spesso contrapposti a quelli dei partner. Le divergenze non sono più procrastinabili, o si affrontano o il sistema crolla. Certo, con il Brasile e la Russia in profonda crisi economica, la Cina che maschera una crescita sempre più appannata, le elezioni statunitensi alle porte, il 2016 non si apre sotto i migliori auspici.
Speriamo arrivi qualche sorpresa, magari da un’Europa sempre più ai margini del gioco politico internazionale. Intanto, giusto per non sentirsi esclusa, la Corea del Nord minaccia ancora il mondo con i suoi test nucleari.
Davide Assael, ricercatore
(6 gennaio 2016)