Una visita per la continuità

rassegna“La visita di Wojtyla, 30 anni fa, fu la rivoluzione, lo spartiacque. La seconda è stata fatta da un papa, Ratzinger, che aveva un particolare rapporto con l’ebraismo e che ha voluto sottolineare la continuità. Il suo stile era dottrinale, teologico, sapienzale, anche formale. Adesso credo che gli elementi principali siano la continuità, il particolare momento storico, ma anche il rapporto diverso, pastorale, che Francesco ha con il pubblico”. Così il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in una intervista al Corriere della sera a pochi giorni dalla visita di Bergoglio in sinagoga (17 gennaio).
Ad accoglierlo – scrive il Sole 24 Ore – oltre ai rappresentanti del mondo ebraico italiano religioso e civile, tra cui il presidente dell’UCEI Renzo Gattegna e a un esponente del governo d’Israele, ci sarà soprattutto la gente, i giovani della comunità e anche gli ex deportati. “Sarà una visita all’insegna del dialogo e della cordialità. È una bella occasione – dice Ruth Dureghello, presidente delle Comunità romana – per continuare il percorso di dialogo che prosegue fra alti e bassi ma con la volontà consolidata di andare avanti”.

Cade oggi il primo anniversario dell’azione terroristica contro la redazione di Charlie Hebdo a Parigi. Tra le molte voci si leva quella del filosofo Alain Finkielkraut, la cui intervista a Figaro è oggi tradotta e proposta da Repubblica. “Gli attentati di gennaio – dice Finkielkraut – hanno chiuso la parentesi incantata della post-Storia. La festa è finita di fronte a un nemico temibile, la Repubblica è tornata a essere la cosa comune e la Francia una patria amata. Ma mentre il popolo scendeva in piazza, gli abitanti di quelli che la ‘neolingua’ chiama ‘quartieri popolari’ rimanevano a casa. Non avevano alcuna intenzione di brandire la matita della libertà di espressione. Charlie aveva insultato il Profeta”.
Questo, sottolinea, è il paradosso della grande manifestazione svoltasi pochi giorni dopo nella capitale francese. Un “momento commovente di unità nazionale”, che avrebbe rivelato “la spaventosa realtà della spaccatura francese”.

Dopo i tragici fatti di novembre, il presidente francese Hollande aveva proclamato lo stato d’emergenza e promesso una serie di misure repressive, tra cui la ‘decadenza della nazionalità’, ovvero il ritiro del passaporto a “condannati in via definitiva per crimini terroristici, nel caso abbiano la doppia nazionalità”. Una misura ad hoc per le nuove generazioni di immigrati che si gettano nella jihad. Ma il presidente, rileva la Stampa, non immaginava il putiferio che avrebbe scatenato. E che sta ormai attanagliando la sinistra, ma anche la destra, in un dibattito senza fine.

La storica Anna Foa, tra le firme più amate dai lettori del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e Pagine Ebraiche, entra a far parte delle collaboratrici fisse impegnate nella redazione del mensile “Donne chiesa mondo” dell’Osservatore Romano. “Da molto tempo collaboravo con l’Osservatore Romano con recensioni e anche piccoli editoriali. L’ingresso nella redazione nasce dalla mia amicizia e dalla stima sia per Gian Maria Vian che per Lucetta Scaraffia. Ma è anche una mia scelta – racconta Foa al Corriere – come donna e come ebrea, nell’ambito del confronto tra le religioni”.

Come già anticipato da Pagine Ebraiche in passato, Steven Spielberg dedicherà un film a Edgardo Mortara e al suo drammatico rapimento da parte delle autorità papaline nel 1858. Nel ripercorrere le tappe di questa drammatica vicenda, il Quotidiano Nazionale sottolinea come Spielberg sia evidentemente desideroso di riprendere il filone storico che ha caratterizzato alcune delle sue pellicole di maggior successo.

“La polizia di Stato è un’istituzione democratica, all’interno della quale non esiste alcun tipo di discriminazione religiosa. Tutte le fedi vanno rispettate”. Così il segretario regionale del sindacato Coisp, Fulvio Coslovi, sulla denuncia di un sovrintendente rispetto a un caso di antisemitismo del quale sarebbe rimasto vittima (Corriere dell’Alto Adige).

Lunedì a Roma tornano le stolpersteinen, le pietre d’inciampo installate dall’artista tedesco Gunter Demnig. Le prime pietre furono poste a Colonia nel 1995. Da allora, sottolinea il Corriere Roma, “questa straordinaria mappa della memoria europea” si è estesa fino a includere oltre 50mila esemplari.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(7 gennaio 2015)