Je suis Paris – “Non c’è Francia senza ebrei”
“Lo dico con le mie parole, con il mio cuore, dal profondo di me stesso e non smetterò di ripeterlo perché è una convinzione sincera: senza gli ebrei di Francia, la Francia non sarebbe la Francia!”. Così il primo ministro francese Manuel Valls al presidio in memoria delle vittime dell’Hypercacher di Porte de Vincennes organizzato ieri sera dal Conseil représentatif des institutions juives davanti al supermercato teatro dell’attentato dello scorso gennaio.
Valls ha poi aggiunto: “Vedere dei francesi di religione ebraica lasciare sempre più numerosi il loro paese perché non si sentono più al sicuro, ma anche perché non si sentono più compresi, non si sentono più al loro posto, avrebbe dovuto essere, da molto tempo, per tutti noi francesi, un’idea insopportabile”.
Le preoccupazioni di Valls sono però andate di pari passo con le rassicurazioni e la promessa di non abbandonare la comunità ebraica di fronte al pericolo: un pensiero speciale è andato così ai soldati e alle forze dell’ordine che ogni giorno vigilano costantemente le scuole ebraiche e le sinagoghe. “I nostri soldati e i nostri poliziotti – ha dichiarato Valls – dimostrano che la Francia non si arrenderà mai e si leverà sempre contro chi vorrà colpire gli ebrei francesi e dunque tutti i francesi”. È stata ferma infine la conclusione: “L’antisemitismo è da condannare di per sé, sia che provenga dall’estrema destra che dall’estrema sinistra”.
A rendere omaggio alle vittime dell’Hypercacher anche le figure più rappresentative dell’ebraismo d’Oltralpe. Sul palco, il Gran rabbino di Francia Haim Korsia ha mandato un messaggio di speranza spiegando come “nonostante i persistenti sentimenti di dolore derivati dal trauma, la vita sia tornata alla normalità con un rinnovato senso di fratellanza”. “Non dimenticherò mai – ha aggiunto rav Korsia – il passo della Torah nel quale si dice ‘Ho posto davanti a te la strada della vita e quella della morte e te sceglierai la vita”.
“Quello che vogliono gli ebrei di Francia – ha esordito Roger Cukierman, presidente del Crif – è semplicemente poter vivere tranquilli. Il 2015 è stato un anno orribile per gli ebrei, per il giornalisti, per i poliziotti e infine per tutti i francesi”.
“Sono morti perché mangiavano casher”, ha tristemente ricordato Joel Mergui, presidente del Consistoire Central de France. Mergui ha inoltre riservato un ringraziamento particolare alle autorità islamiche presenti, tra cui Anwar Kbibech a capo del Cfcm, il Consiglio dei francesi di fede musulmana, lanciando il monito: “Più sarete voi a denunciare il jihadismo, meno esso attecchirà”.
A prendere la parola anche il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, che ha sottolineato come “l’identità ebraica sia parte integrante della città” e ha avvertito: “Non lasceremo che portino qui la loro guerra contro l’umanità in generale e gli ebrei in particolare”.
La serata è culminata con l’accensione di 19 candele, 17 per le vittime degli attentati di gennaio, una per gli attentati di novembre e una per tutte le vittime del terrorismo. A prendere parte della cerimonia anche l’ex presidente Nicolas Sarkozy, l’arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois e Lassana Bathily, il giovane ex dipendente dell’Hypercacher che ha salvato diversi ostaggi durante l’assalto di Coulibaly.
L’ultimo omaggio alle vittime verrà reso oggi nella Place de la Republique; lo stesso luogo dove esattamente un anno fa si tenne la grande marcia repubblicana, guidata da 40 leader mondiali per invocare il valore della vita e della libertà.
(10 gennaio 2016)