“Kippà in testa, senza paura”
Il popolo della rete si mobilita
“Noi non dobbiamo cedere a niente. Continueremo a portare la kippà”. È il messaggio che appare sul profilo twitter del Gran rabbino di Francia Haim Korsia. Parole inequivocabili, diffuse in rete dopo le dichiarazioni del presidente del Consistoire di Marsiglia (l’organizzazione ebraica locale che gestisce i servizi religiosi) Zvi Ammar, a seguito dell’aggressione antisemita di un insegnante ebreo da parte di un 15enne di origine turca.
Ammar – come riportato da le Figaro – ha infatti invitato i membri della comunità a non indossare il copricapo ebraico per questioni di sicurezza, adducendo l’importanza, per l’ebraismo, della sacralità della vita.
Una posizione che ha aperto un vivace dibattito in rete e ha reso virale l’hashtag #kippa, inondando gli ebrei di Marsiglia di messaggi di solidarietà.
Non solo rav Korsia ha sottolineato l’importanza di non cedere al ricatto estremista ma ha anche lanciato il guanto di sfida, invitando i tifosi dell’Olympique de Marseille a presentarsi con il capo coperto, in segno di solidarietà, nel corso del prossimo incontro con il Montpellier. Un’iniziativa che sta già riscuotendo i primi successi con tanto di diffusione di kippot con il motto della squadra “Droit au bout”, dritti al punto.
Il caso Marsiglia inoltre ha oramai assunto un carattere esemplificativo, spingendo il popolo del web a dire la propria e coinvolgendo volti noti e meno noti. Il filosofo Bernard-Henri Levy difende a spada tratta la libertà: “La Repubblica – scrive – ha il dovere di proteggere chi indossa la kippah. E chi la indossa ha il diritto di vivere il proprio ebraismo come meglio crede”. L’ex ministro dell’Istruzione francese Francois Bayrou sposa la causa: “Non dobbiamo cedere, come dice rav Korsia. Dobbiamo mostrare la nostra solidarietà”. La vicenda scavalca i confini francesi e la social media manager israeliana Laura Ben-David si ribella: “Dire agli ebrei di non indossare la kippà per prevenire le aggressioni non è un po’ come dire alle donne di non indossare le gonne per evitare gli stupri?”.
Tra indignazione e polveroni, non manca lo spazio per un po’ di amara ironia e leggerezza. Da quando è avvenuta la terribile aggressione di Marsiglia, il celebre vignettista Joann Sfar, papà del best seller Il gatto del rabbino, pubblica irresistibili disegni sulla questione, disegnando un panorama paradossale nel quale gli ebrei francesi per vivere al sicuro indossano la tenuta di un capo indiano e rinunciano alla kippah ritrovandosi così coinvolti in improbabili avventure, oppure girano per le strade con un burqa: “Avrei giurato che quella signora con il burqa mi abbia detto shabbat shalom” dice un passante, mentre l’assistente del rabbino con il volto coperto gli sussurra: “Rav, deve stare più attento o ci farà beccare”. Per chi invece è un patito di shopping online sono già in vendita magliette personalizzate con la scritta ad hoc e c’è chi ha scelto il più inaspettato degli sponsor e ha twittato: “Fate come il papa: indossate la kippà”. Infine Guy Birenbaum, giornalista di France Info, giura di aver trovato la kippà appropriata, quella con disegnato sopra Batman. Perché, in fondo, chi l’avrebbe mai detto che gli ebrei di Francia sarebbero diventati dei supereroi?
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(Nell’immagine una vignetta di Joann Sfar: “Nel karate – dice l’insegnante – c’è la cintura bianca, gialla, rossa e nera”, “E poi?”, chiede il bambino. “Poi, quando sarai veramente invincibile, potrai sempre provare a indossare una kippà”, risponde lui)
(13 gennaio 2016)