Il settimanAle – La bandiera
In centinaia, domenica scorsa, hanno marciato a Varsavia dietro alle bandiera d’Israele, riferisce la Jewish Telegraphic Agency. La marcia, che comprendeva canti, balli e anche bandiere polacche, era organizzata da gruppi di simpatizzanti cristiani, preoccupati dall’ondata di violenza, e di critiche sui media, che Israele deve fronteggiare.
L’ambasciatrice israeliana Anna Azari era contentissima, mai visto niente di simile. 70 anni dopo il pogrom di Kielce.
In Israele, intanto, la giovane artista anarchica Natali Cohen Vaxberg verrà processata, scrive Yaniv Kubovich il 13 gennaio, dopo essere stata già arrestata ben cinque volte, per aver caricato sulla propria pagina di Facebook un video in cui la si vede defecare su varie bandiere, inclusa quella d’Israele. A seguito delle ripetute denunce di cittadini indignati l’unità della polizia specializzata nei crimini informatici ha investigato la vicenda e, per quanto non sia riuscita ad accertare se vi sia stata effettiva eiezione, ha individuato un altro video, in cui si vede la sospettata nell’atto di accovacciarsi sopra un orsetto di peluche avvolto nella bandiera d’Israele, con intenti inequivocabili. Mentre il dileggio delle altre bandiere non è sanzionabile, una legge del 1949 prevede fino ad un anno di reclusione per chi disonora quella d’Israele.
Un editoriale di Ha’aretz, lo stesso giorno, esprime perplessità, e la preoccupazione che le numerose famiglie che ogni anno gettano nella spazzatura le bandierine ricevute per Yom Azmaut dalla Bank Hapoalim possano venire in futuro denunciate dai vicini di casa. Del resto, la bandiera non è mai stata granché popolare né con gli arabi israeliani, che ci vedono un simbolo esclusivamente ebraico, né con gli ebrei ultra-ortodossi, per lo stesso motivo – non hanno perdonato ai sionisti di essersi appropriati del loro scialle di preghiera. I due gruppi costituiscono già ora la metà dei bambini delle elementari, cui la legge vorrebbe inculcare il rispetto per la bandiera.
Ma altri rimangono entusiasti sostenitori, bandiera o scialle non importa: dall’imprenditrice filippina Christian Grace Galindez-Gupana, che nel 2007 ha fatto stendere ai piedi di Masada una bandiera israeliana di 660 x 100 metri, registrata come la più grande del mondo nel Guinness dei primati; agli avventori dei grandi magazzini H&M, felici di trovare sugli scaffali una “sciarpa per donne a strisce” che ben più della bandiera riproduce il disegno di un talled. A seguito delle proteste di alcuni, però, H&M l’ha ritirata dagli scaffali e si è scusata, con un poco plausibile “il talled non c’entra, è che quest’anno vanno molto le strisce”.
Alessandro Treves, neuroscienziato
(17 gennaio 2016)