“Ha richiamato i sentimenti”

Momigliano “Volendo operare una sintesi, si potrebbe dire così. Che da parte ebraica ci sono stati più contenuti, mentre il papa si è espresso facendo maggiormente leva sui sentimenti”. Questa l’impressione ricavata dal presidente dei rabbini italiani, rav Giuseppe Momigliano, che al pari di altri Maestri ha potuto assistere allo svolgimento della cerimonia da una prospettiva ravvicinatissima. Molto apprezzabile, dice, “l’ottima strutturazione di tutti i discorsi”. Ed inoltre la “precisione” del rav Di Segni nel richiamare i grandi appuntamenti di questi mesi, tra
cui il Giubileo, da una peculiare angolatura ebraica.
“La visita di Bergoglio – dice il rav Momigliano – ha un valore intrin- seco, confermato nei discorsi letti in sinagoga. Anche alla luce del complesso e drammatico momento che stiamo vivendo. C’è bisogno di restare uniti, c’è bisogno che le religioni marcino insieme per irradiare luce e risolvere problemi”. Ciò detto, osserva il presidente Ari, alcune differenze sono comunque emerse. Come nel caso della definizione del moderno Stato ebraico. “Quella che per noi è Israele, per il papa è Terra Santa. Due punti di vista diversi, che sono stati chiaramente percepiti”. Resta quindi da lavorare con intensità, per appianare ostacoli e difficoltà comunicative. Come ha avuto modo di sottolineare lo stesso rav Momigliano in una intervista apparsa sullo scorso numero del giornale dell’ebraismo italiano. “È importante – ha spiegato – lavorare su un doppio binario: avanzare sul piano del reciproco riconoscimento e sulla pari dignità che deve essere accordata ai diversi interlocutori; far sì che le differenze, che esistono e vanno tutelate, non intacchino un lavoro comune sui grandi temi dei nostri tempi”.
Grandi temi che, diceva, non sono solo condanna dell’orrore e richiesta ai musulmani moderati “di rinnegare gli atti atroci che vengono associati in modo blasfemo all’Islam”.

da Pagine Ebraiche, febbraio 2016

(18 gennaio 2016)