Bologna, ecco il Memoriale
Due imponenti muri paralleli, fortemente evocativi, che dominano la nuova piazza realizzata tra via Carracci e il ponte di via Matteotti, uno degli snodi chiave di Bologna. Impossibile non vedere il monumento e interrogarsi sul suo significato. Ed è proprio questo l’obiettivo del Memoriale della Shoah che nelle scorse ore, come mostrano le immagini, è stato praticamente ultimato e sarà svelato ufficialmente alla cittadinanza il prossimo 27 gennaio. Un luogo che porti i bolognesi “a porsi domande sul senso della Memoria”, spiegava a Pagine Ebraiche Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica della città, promotrice del progetto assieme all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Comune, l’Ordine degli Architetti della città e le Ferrovie dello Stato. L’effetto claustrofobico del passaggio tra le due grandi pareti, al centro del progetto di cinque giovani architetti italiani – Onorato di Manno, Andrea Tanci, Gianluca Sist, Lorenzo Catena e Chiara Cucina – lascia volutamente un senso di angoscia in chi lo attraversa, spiegava ancora De Paz, inducendo a una riflessione sulle sofferenze del passato.
L’inaugurazione del Memoriale sarà preceduta da una seduta solenne del Consiglio comunale di Bologna, prevista per il 25 gennaio, che vedrà gli interventi del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del demografo dell’Università Ebraica di Gerusalemme Sergio Della Pergola e dell’architetto Adachiara Zevi, al fianco del presidente De Paz.
Bologna – Il presidente Daniele De Paz inaugura la mostra Zachor
“La scommessa più importante sarà costruire attorno al Memoriale una realtà viva, legata alla consapevolezza, allo studio, alla ricerca”. È l’auspicio del presidente della Comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz riguardo al Memoriale della Shoah cittadino, la cui inaugurazione coincide con le celebrazioni del Giorno della Memoria alla presenza delle istituzioni locali e nazionali, oltre che dei rappresentanti delle tre religioni monoteiste. “Credo che questa presenza sia un segnale importante per il Memoriale” sottolinea De Paz, ricordando la partecipazione all’inaugurazione del rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta affiancato dall’arcivescovo della città Matteo Maria Zuppi e dal presidente del Coreis Shaykh Abd al- Wahid Pallavicini. Il 27 gennaio, dunque, è stato scelto come giorno per svelare il progetto promosso dalla Comunità ebraica con la collaborazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, il Comune, l’Ordine degli Architetti della città e le Ferrovie dello Stato. Un’installazione fortemente evocativa al centro della piazza realizzata tra via Carracci e il ponte di via Matteotti, luogo che connette la città storica alla Bolognina nonché uno dei punti di accesso alla nuova stazione Alta velocità: qui sorgono i due imponenti muri che, paralleli l’uno all’altro, formano un passaggio angusto. Ideato da giovani architetti italiani – Onorato di Manno, Andrea Tanci, Gianluca Sist, Lorenzo Catena e Chiara Cucina – il progetto è stato selezionato tra i ben 284 presentati, numero sintomo della grande attenzione ricevuta dall’iniziativa, che ha visto partecipare anche molti progettisti dall’estero. “La Comunità ebraica ha seguito con molta attenzione le diverse fasi della realizzazione del Memoriale e la cosa che colpisce è il grande interesse che si è creato attorno a quest’ultimo, anche a livello internazionale. Ad esempio da Los Angeles arriverà un riconoscimento, il che dimostra come si sia raggiunta una visibilità ben oltre i confini nazionali”. Tra le idee per il futuro, continua De Paz, la creazione di una Fondazione per il Memoriale e la realizzazione di una rete con le altre istituzioni che si occupano di Memoria. Tornando all’installazione, il presidente la definisce “un progetto che trasmette grande emozione ed energia”. Anche perché si tratta di una struttura spaziale in grado di coinvolgere la cittadinanza, “invitandola ad entrare in una dimensione esperienziale particolare, legata alla Memoria, attraverso uno spazio che lascia un senso pressante di angoscia”. Il progetto ha rispettato le indicazioni del bando, rispondendo in particolare all’esigenza di privilegiare soluzioni “che inducessero la cittadinanza a porsi domande sul senso della Memoria, senza preoccuparsi di fornire risposte univoche o obbligate”. Un’opera che dunque si caratterizza per la sua “dimensione culturale, che si rivolge a un pubblico vastissimo”. Molto diversa da quello di un museo, che richiede uno specifico interesse del visitatore. Davanti a un memoriale, spiega De Paz, si passa per forza camminando per la città. E si potrà così sostare davanti a un oggetto urbanistico “che riesce a coinvolgere 365 giorni l’anno, 24 ore al giorno”. A precedere l’inaugurazione del 27 gennaio, una seduta solenne del Consiglio comunale di Bologna con interventi del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del demografo dell’Università Ebraica di Gerusalemme Sergio Della Pergola e dell’architetto Adachiara Zevi.
Dossier Memoria viva, Pagine Ebraiche Febbraio 2016
(21 gennaio 2016)