Qui Roma – Nove porte aperte su Israele

Schermata 01-2457409 alle 13.22.25Nove porte da aprire per conoscere la vera Israele. Nove porte colorate oltre le quali si dischiudono straordinarie scoperte tecnologiche, innovazioni scientifiche e si può persino ballare sulle note mixate di un dj.
Open a door to Israel- Discover/Experience/Connect, la nuova mostra patrocinata dal Ministero degli Affari Esteri di Israele e dell’Ambasciata d’Israele in Italia, arriva al Complesso del Vittoriano di Roma, prima di sbarcare in Francia, negli Stati Uniti, in Cina, Polonia, Russia, Giappone, Argentina e Brasile.
Un’installazione multimediale e interattiva celata dietro nove porte (a Roma fino all’11 febbraio), presentata stamane alla stampa e che verrà inaugurata stasera alla presenza del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca italiana Stefania Giannini e dal vice ministro degli Esteri israeliano Tzipi Hotovely.
“Le ricchezze che Israele offre – ha introdotto il presentatore Alessandro Cecchi Paone – contribuiscono non solo alla crescita del Paese ma del mondo intero. Questa mostra permette per la prima volta di interagire con Israele e gli israeliani attraverso un caleidoscopio di luci, colori e musica. Il pubblico perfetto da indirizzare sono i ragazzi delle scuole che entreranno immediatamente nello spirito giusto”.
A fare gli onori di casa, l’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon: “Attraverso questa installazione, teniamo simbolicamente aperta la porta dischiusa all’Expo di Milano. Se durante l’Esposizione universale abbiamo fatto conoscere l’innovazione agricola del Paese, qui Israele si rivela a 360°. Vogliamo mostrare una realtà spesso dimenticata, fatta di divertimento, cultura e balli sulla spiaggia e sono molto orgoglioso che per la sua prima tappa mondiale sia stata scelta l’Italia”.
Entra nel vivo Joel Lion, direttore per gli Affari Pubblici del Ministero degli Affari Esteri israeliano: “Abbiamo optato per nove porte perché nove sono i valori caratteristici del Paese che vogliamo trasmettere: famiglia, eredità culturale, fare in modo che accada, avventura, impegno, esprimersi, apprendimento, relazionarsi e speranza. E abbiamo scelto come mezzo di comunicazione la tecnologia perché è ciò che più ci rappresenta”. Una volta aperte le porte, il visitatore concluderà il viaggio multimediale con un film arricchito da un robot che condurrà tra le pieghe dello Stato ebraico.
Le conclusioni spettano infine ad Alessandro Nicosia, responsabile spazi espositivi Ala Brasini del Complesso del Vittoriano: “Questo è un prodotto straordinario e, dopo tanti anni, continuo a credere che Israele sia un posto dal quale imparare e dove lavorano intelligenze straordinarie. La mostra ci permette di capire come la tecnologia, se riempita di significato, possa emozionare. E io per primo – devo ammetterlo – non ho trattenuto l’emozione”.

Rachel Silvera
twitter @rsilveramoked

(21 gennaio 2016)