Demenza digitale – Quelle offese inaccettabili
Aveva tutto: vent’anni, un prestigioso apprendistato all’ambasciata francese di New York e un’educazione di prim’ordine; iscritta al terzo anno di Sciences Po, l’università che ogni anno avvia selezioni serratissime per scegliere gli studenti che diventeranno i politici e i diplomatici del domani.
Lo stato di grazia della giovane, colta e ben inserita, non le ha però impedito di alimentare dentro di sé un feroce antisionismo, maschera fallace dell’antisemitismo del nuovo millennio, espresso attraverso post incendiari pubblicati sui social network.
Dichiarazioni pubbliche, quelle fatte da Jumaa, che le sono costate l’incarico in ambasciata e l’espulsione da Sciences Po; la prima in assoluto dal 1872, anno della fondazione dell’istituto.
A denunciare per primo il caso di demenza digitale, il blog francese Inglorious Basterds, impegnato nella lotta contro l’antisemitismo diffuso sul web. Discutendo su Facebook con un ragazzo israeliano, Jumaa si è lasciata andare a commenti provocatori del tenore di “Voi ebrei dovete imparare la lezione”, “Voi non appartenete a niente in questo mondo”, “Siete la feccia, dei ratti” e infine: “Sono del Kuwait, il mio paese può comprare te e i tuoi genitori e mettervi nei forni”. La ragazza aveva inoltre pubblicato una foto della bandiera d’Israele commentando “non è nemmeno un paese”.
Contattata dagli autori del blog, l’ambasciata francese l’ha sollevata immediatamente dall’incarico mentre Sciences Po, dopo due mesi e senza farne troppo pubblicità, a dicembre ha optato per l’espulsione.
Si è giustificata incolpando “la troppa passione” per la causa palestinese, ma la commissione disciplinare dell’università, composta da 5 professori e 5 studenti, è stata irrevocabile perché – hanno comunicato – offese del genere sono “inaccettabili da parte di una giovane adulta responsabile”.
Rachel Silvera
(22 gennaio 2016)