La rassegna settimanale di melamed
Gli studenti non sono tutti uguali

header_melamedMelamed è una sezione specifica della rassegna stampa del portale dell’ebraismo italiano che da più di tre anni è dedicata a questioni relative a educazione e insegnamento. Ogni settimana una selezione della rassegna viene inviata a docenti, ai leader ebraici e a molti altri che hanno responsabilità sul fronte dell’educazione e della scuola. Da alcune settimane la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aggiunge al lavoro di riordino e selezione settimanale un commento, per fare il punto delle questioni più trattate sui giornali italiani ed esteri. Per visualizzare la newsletter settimanale di melamed, che oltre alla rassegna stampa comprende notizie e opinioni a confrotno cliccare qui.

Gli studenti non sono tutti uguali. “La recente circolare del ministero della Pubblica istruzione sulla ‘flessibilità’ ha sollevato un dibattito che però ha preso toni ideologici senza entrare troppo nel merito. Si teme che i ‘gruppi di livello’ citati diventino le ‘classi dei bravi e degli asini’. Scrive Roger Abravanel sul Corriere della Sera (18 gennaio) che “Come tutte le circolari ministeriali, anche questa non è chiarissima, ma non mi pare sia questo il suo intendimento. Vale comunque la pena di chiarire il contesto. Tutti i sistemi educativi del mondo riconoscono che gli studenti non sono tutti eguali, nel senso che hanno diverse attitudini e capacità e si sono organizzati per affrontare il problema. Il modo con cui si è ottenuta questa differenziazione varia a seconda del sistema educativo”. Ricorda Abravanel che ai test Pisa il risultato italiano è del 50% inferiore alla media Ocse e vale un terzo di quella della Finlandia. All’università vanno i più ricchi (più ancora che negli Stati Uniti) e non necessariamente i più bravi.
Diari senza pace. Continua il dibattito sulla pubblicazione del Diario di Anna Frank, le sue parole non possono circolare in tutti i paesi europei perché il suo diario “si è impantanato nella selva delle leggi sul diritto d’autore e in una insidiosa battaglia per la proprietà dei diritti”. La Fondazione che ne detiene i diritti teme il rischio di contraffazioni e di attacchi da parte dei negazionisti, e ribadisce che le diverse versioni del diario di Anna Frank rimarranno protette per molti anni ancora dopo il 2015, dopo avere dichiarato il padre Otto come co-autore dell’opera. “Fino a poco tempo fa Otto era stato considerato un semplice curatore: era intervenuto sui manoscritti della figlia, decidendo quali pagine rendere pubbliche e quali conservare come esclusive memorie di famiglia e aveva rimesso insieme le parti di un puzzle difficile da comporre. Infatti, nel rifugio segreto in cui la ragazzina si era nascosta per fuggire le persecuzioni non c’era carta a sufficienza. Finite le pagine, Anna tornava indietro, cercava spazio dove ancora c’era. Anche se Otto non ha scritto nulla di suo pugno, la Fondazione ha ottenuto che venisse considerato co-autore. E si è così assicurata il controllo sull’opera per molti anni ancora. Otto è morto nel 1980: fino al 2050 sono vietate nella maggioranza dei paesi europei riproduzioni non autorizzate”. (Repubblica, 19 gennaio)
Il riscatto dei giovani. Scrive Le Monde il 15 gennaio che l’aggressione antisemita di Marsiglia non è la prima, e che gli attacchi contro gli ebrei sono iniziati ben prima dell’emergere dello Stato islamico e dell’Isis. Sottolinea che i giovani musulmani che si lasciano andare all’antisemitismo non conoscono il Corano, di cui hanno una comprensione estremamente superficiale e deformata da una visione ideologica che si copre di uno strato sottilissimo di teologia ingannatrice per giustificare la violenza e l’antisemitismo. Fa eco un articolo comparso sul Messaggero il 19 gennaio che racconta la storia di una insegnante di Storia e Geografia capace di tener testa a 20 adolescenti in guerra col mondo e tra loro, e di capire che dietro la loro rabbia c’era una voglia di riscatto da incanalare. Così arriva l’iscrizione al Concorso Nazionale sulla Resistenza e la deportazione degli ebrei sotto il nazismo, che li motiva, li spinge a scavarsi dentro, a lavorare sul serio. È la storia (vera” raccontata dal film “Una volta nella vita” che arriva in Italia il 26 gennaio dopo essere stato un vero e proprio “caso” in Francia.
Scuola, fumo clandestino. Arriva sulle pagine del Corriere (16 gennaio) la battaglia condotta dalla Regione contro il fumo a scuola, con una inchiesta fatta nei licei per capire come sia cambiato il fenomeno tra gli adolescenti. Fuma un ragazzo su tre, nonostante regole e divieti che però, come spiegano presidi e genitori, non bastano. E gli alunni considerano responsabili gli adulti, che danno cattivo esempio.

Ada Treves twitter @atrevesmoked

(22 gennaio 2016)