Madri d’Israele – Dafna

David Zebuloni, studenteRischiando di cadere nel solito chilché, in quell’antico trend che riguarda sempre e solo noi e mai nessun altro, vi presento Dafna Meir, la mia compianta Madre d’Israele.
Posso assicurarvi che l’aggettivo possessivo in questione è stato ben ponderato prima del suo utilizzo. Un “mia” facilmente tramutabile in “nostra”, se solo qualcuno lo desiderasse.
Perché Dafna è la mamma di ognuno di noi. Perché Dafna rappresenta, suo malgrado, tante altre mamme ebree, prima ancora che israeliane.
Perché di Dafna si può parlare solo al presente, mai al passato.
1768_10207521870698235_4755894851858833332_nTrentotto anni, infermiera, madre di sei figli, residente ad Otniel, è stata assassinata questa settimana, nell’intimo di casa sua, nel suo inviolabile focolare, per mano di un ragazzino palestinese di soli sedici anni. Di un terrorista, come si suol dire.
Nei suoi giovani occhi, tuttavia, non riconosco alcuna traccia di follia, nessuno squilibrio, nessuna insania.
Intravedo bensì un odio molto più maturo della sua tenera età, un conflitto secolare, un astio millenario.
Un disprezzo indottrinato sin dalla nascita, probabilmente.
Perché solo l’odio porta ad impugnare un coltello, ad irrompere in una casa, ad uccidere a sangue freddo una madre di fronte ai suoi figli. La follia no.
Ai soliti malpensanti potrebbe risultare un paradosso, ma la nostra eroina, invece, è famosa nell’ospedale in cui lavora per la sua straordinaria umanità, per la sua rara e preziosa capacità di accettare chiunque, incondizionatamente.
Un amore indottrinato sin dalla nascita, probabilmente.
E così, Dafna la ricordiamo come una persona con il sorriso di un angelo.
Ora che se n’è andato il sorriso, ci è rimasto solo un angelo.

David Zebuloni

(22 gennaio 2016)