Qui Bologna – La cerimonia in Comune
Il Memoriale e la città del futuro

IMG_20160125_122905“L’antifascismo è nel cuore e nelle radici di Bologna, per questo non sorprende l’impegno della città per la Memoria”. A sottolinearlo, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, intervenuto al doppio appuntamento tenutosi a Palazzo d’Accursio nelle scorse ore: da una parte, la seduta solenne del consiglio comunale, dall’altra, la conferenza stampa di presentazione del Memoriale della Shoah di Bologna, installazione fortemente voluta dalla Comunità ebraica cittadina che sarà inaugurata mercoledì 27 gennaio. Due occasioni che testimoniano il lavoro fatto dalle istituzioni bolognesi in collaborazione con la realtà ebraica per portare avanti un ampio progetto didattico sulla Memoria. E di Memoria e del suo significato attuale hanno parlato i due ospiti invitati a parlare nella sala consigliare: il demografo Sergio Della Pergola, docente dell’Università Ebraica di Gerusalemme, e l’architetto Adachiara Zevi, animatrice del progetto Arte in Memoria. Al loro fianco, oltre al presidente UCEI Gattegna, il sindaco della città Virginio Merola, il presidente del Consiglio comunale Simona Lembi e soprattutto gli studenti di alcune scuole cittadine, protagonisti di progetti dedicati alla Shoah. “Ricorda, Osserva, Andare avanti sono i tre verbi chiave dell’identità ebraica – le parole del presidente della Comunità di Bologna Daniele De Paz, parlando durante la conferenza stampa, a cui hanno presenziato anche il rabbino capo della città Alberto Sermoneta e il presidente del Museo ebraico bolognese Guido Ottolenghi –, ma sono anche valori da condividere. Sono le basi di ciò che ci unisce: la memoria, che è universale, perché appartiene a tutti ed è essa stessa identità. Un’identità che nasce, anche, dal ricordare di non dimenticare”. Questo il monito su cui si fonda l’idea del Memoriale di Bologna, realizzato in uno degli snodi della città, nei pressi della stazione. “Ogni città deve farsi testimone del tempo, nei modi che ritiene più opportuni per favorire il dialogo tra il passato, il presente e il futuro”, l’appello di De Paz. “Il Memoriale rappresenta il dovere civico di lavorare per il futuro”, ha dichiarato il sindaco Merola, punto ribadito anche dal presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Dalla propria storia personale, di come lui e i suoi genitori si salvarono grazie all’aiuto di personaggi come il cardinale Elia Della Costa o il valdese Tullio Vinay, è partita la riflessione di Sergio Della Pergola. “Chi salva una vita salva il mondo intero”, la citazione dalla mishna ripresa dall’illustre demografo israeliano che ha sottolineato gli esempi positivi del passato, di quei Giusti tra le nazioni che si opposero alla persecuzione ma ha anche messo in guardia dall’attuale riproporsi di rigurgiti antisemiti in Europa. “Odio e rabbia sono sentimenti in crescita nelle nostre società”, ha affermato Della Pergola, richiamando il monito dell’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano che nel 2007 prese fermamente posizione contro l’antisionismo, visto come il nuovo volto dell’antisemitismo. Una questione che si fa ancor più delicata alla luce della situazione internazionale dove un Iran libero dalle sanzioni grazie all’intesa sul nucleare fa affari con il mondo ma al contempo minaccia l’esistenza di Israele. Una preoccupazione sottolineata da Della Pergola e accolta dalla presidente del consiglio comunale Lembi.
Il significato dei monumenti, dei musei e dell’arte in generale all’interno dei processi della memoria storica è stato invece il cuore del discorso di Adachiara Zevi. Un’analisi che ha messo in luce sia i tratti positivi e didattici di questa dimensione sia la preoccupazione per una monumentalizzazione della Memoria, che ne svilisce il significato. In un lungo e articolato intervento, Zevi ha fatto riferimento ad alcune delle diverse modalità con cui viene declinato il tema della Shoah all’interno del discorso culturale e artistico nazionale e non.

Daniel Reichel

(25 gennaio 2015)