L’Italia e il rispetto per la kippah
Oggi è il Giorno della Memoria; un’iniziativa italiana propone di indossare la kippah per ricordare e sensibilizzare la società sull’odio antireligioso che ancora permea la realtà europea.
Io ho indossato la mia kippah per tutti e quattro gli anni che ho trascorso al Liceo Alfieri di Torino.
Sono stato il primo ragazzo ebreo a indossare una kippah all’interno scuola. Per la stragrande maggioranza degli studenti, sono stato il primo esemplare di ebreo ortodosso che abbiano mai visto in carne e ossa.
Nonostante i miei compagni e professori siano sempre stati più che rispettosi, nonostante il mio Preside sia uno degli uomini più saggi, aperti e accoglienti che io abbia mai incontrato, un fatto resta vero e doloroso: ho trascorso quattro anni della mia vita ad essere osservato, a volte con innocente curiosità, altre con morbosa attenzione, ogni volta che passeggiavo in corridoio, andavo a prendere un caffè alla macchinetta automatica, camminavo dal laboratorio di chimica alla palestra.
Troppi italiani non sono abituati a vedere qualcosa di nuovo e di diverso. Fanno fatica a staccare gli occhi, ad accettare che esistono altre religioni in Italia.
Ricordo di essere arrivato al punto che evitavo il bar della scuola come la peste. Ricordo la fatica, la responsabilità, l’impegno che il mio indossare un piccolo copricapo nero sulla testa comportava.
Oggi sorrido, ripensando alla mia insicurezza di allora: credo che vivere in tre paesi diversi, conoscere persone da tutto il mondo, pubblicare in giornali israeliani, italiani e giapponesi mi abbia reso completamente disinteressato a qualsiasi occhiata o commento sgradevole.
Ieri, in occasione della visita del leader dell’Iran – una teocrazia che pratica la condanna a morte di adultere, omosessuali e dissidenti religiosi – il nostro presidente del consiglio Matteo Renzi ha ceduto alle richieste imposte dall’etichetta iraniana e ha coperto le statue di nudo presenti nei Musei Capitolini di Roma.
Che buffo che l’Italia sia così predisposta al rispetto e all’accoglienza quando si tratta di siglare una serie di accordi economici con uno stato terrorista, retrogrado e antidemocratico come l’Iran! E che poi si riveli così chiusa e ignorante di fronte ad un quattordicenne che gira per i corridoi del suo liceo con una kippah in testa!
Buona Giornata della Memoria a tutti, che ci aiuti a ricordare, a imparare e a migliorare.
Simone Somekh
(27 gennaio 2016)