Qui Roma – “Libertà, il bene più prezioso”
“Non portate mai odio, non date mai dispiacere ai genitori, non date mai ascolto a compagni che vorrebbero portarvi sulla cattiva strada, rispettate sempre le idee degli altri e tenete sempre presente che nessuno al mondo ha il diritto di toglierci la libertà”.
È il messaggio alle nuove generazioni di Alberto Mieli, 90 anni, uno degli ultimi testimoni italiani di Auschwitz ancora in vita. Un insegnamento che Mieli, conosciuto anche come Zi Pucchio, rilancia attraverso un nuovo libro, Eravamo ebrei. Questa era la nostra unica colpa (ed.Marsilio), scritto a quattro mani con la nipote Ester, e raccontato anche su Pagine Ebraiche di Febbraio, che è grande protagonista in questi giorni di Memoria.
Significativa tra le altre la presentazione avvenuta ieri nella sede della Radio Vaticana, nel corso di una iniziativa condotta dal giornalista Fabio Colagrande cui è intervenuta la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. “Non è tanto la conoscenza degli ebrei morti che permette di affrontare il futuro – le sue parole – questo deve passare per la conoscenza dei vivi. Cosa rappresenta l’ebraismo? Chi sono gli ebrei? Quale è stata la loro colpa per poi essere vittime di tanto odio e di tanta discriminazione, anche oggi. Quindi è vero che dobbiamo continuare a trasmettere la memoria della Shoah, ma cerchiamo anche di comprendere, che il messaggio deve passare attraverso una conoscenza specifica, e superare le barriere di millenari pregiudizi, e ataviche remore nei confronti del mondo ebraico”.
“Di fronte a questo dramma – ha sottolineato padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, che firma la prefazione del libro – bisogna rimanere in silenzio, interrogarsi e cercare di capire se ci possono essere delle risposte di fronte a questa assurdità. Quello che mi ha colpito di più in questa testimonianza è la compassione della condivisione che nasceva tra i deportati, e rendeva possibile superare l’odio e credere ancora nella speranza di un mondo diverso”.
Ad intervenire anche Marco Gnavi, responsabile dell’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso del #Vicariato.
(28 gennaio 2016)