Setirot – Ricordare

jesurum Mi scuso, e spero che i lettori mi perdoneranno. Oggi sento il bisogno, l’imperativo morale di parlare di Memoria, non si può non parlare di Memoria, di Shoah, di antisemitismo vecchio e nuovo, di razzismo e di razzismi. Ma oggi – perso nel mare di quanto ho letto, visto, ascoltato in questi giorni – non trovo più le parole. È come quando, dopo la proiezione de Il figlio di Saul, ti chiedono se è bello e “bello” ti pare un aggettivo così banale e stupido da farti chiudere in un imbarazzato silenzio, perché non trovi espressioni per descrivere un film che riesce a raccontare l’indicibile. E allora mi rifaccio al caro Amos Luzzatto quando dice che il 27 gennaio sta diventando una sorta di “quaderno” con fogli intercambiabili, sul quale ogni giorno aggiungiamo fatti da tenere a mente, perché ricordare è un atto di vita.

Stefano Jesurum, giornalista

(28 gennaio 2016)